Mentre diverse società e multinazionali – dalle più alle meno note – hanno tagliato i loro rapporti con la Russia a seguito dell’invasione ai danni dell’Ucraina, ce ne sono altre che invece mantengono inalterato il loro business nel Paese. La casa automobilistica francese Renault e il produttore finlandese di pneumatici Nokian Tyres, per fare un esempio, hanno entrambi difeso la loro volontà di proseguire con l’attività in Russia questa settimana, come riportato da Forbes.
Renault ad esempio continua a lavorare in Russia (come Calcio e Finanza aveva sottolineato nei giorni scorsi con la doppiezza dello Stato francese) e in particolare ha annunciato ufficialmente che riprenderà la produzione nel suo stabilimento di Mosca dopo una pausa dovuta a problemi logistici legati all’invasione russa, rendendola una delle uniche società multinazionali a non apportare modifiche evidenti alle sue operazioni russe. Ciò è dovuto principalmente alla dipendenza della casa produttrice francese dagli affari nel territorio russo: l’azienda ha circa 40.000 dipendenti in Russia e rappresenta circa un terzo del mercato automobilistico russo. Secondo l’agenzia di stamoa Reuters, inoltre, le azioni Renault sono scese di oltre il 30% da quando la Russia ha iniziato l’invasione in Ucraina.
Nokian Tyres ha dichiarato che continuerà la produzione per i suoi pneumatici per autovetture in Russia. Il suo amministratore delegato Jukka Moisio ha difeso la scelta, al quotidiano finlandese Helsingin Sanomat, come un modo per impedire alla Russia di sorpassare la fabbrica per produrre pneumatici per i suoi militari. Anche se, come riportato da Reuters, Nokian produceva l’80% dei suoi pneumatici in Russia prima dell’inizio della guerra.
Leroy Merlin ha annunciato all’inizio di marzo che i suoi 112 negozi russi continueranno a operare normalmente. La scelta è stato presa di mira lunedì, dopo che il ministero della Difesa ucraino ha twittato un’immagine di quello che sembra essere un negozio Leroy Merlin distrutto dai bombardamenti russi in Ucraina, scrivendo che Leroy Merlin «è diventato la prima azienda al mondo a finanziare l’attentato ai propri negozi». La società, in gran parte di proprietà del miliardario francese Michel Leclercq, sta aumentando le sue attività in Russia dopo l’uscita della concorrenza.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato il colosso alimentare svizzero Nestlé per aver continuato a vendere merci in Russia, affermando che «Gli affari funzionano in Russia anche se i nostri bambini stanno morendo e le nostre città vengono distrutte”. L’attività russa di Nestlé rappresenta il 2% delle vendite complessive, e sostiene di vendere solo prodotti essenziali, non realizzando profitti nel paese.
Koch Industries, il conglomerato americano che secondo le stime di Forbes è la seconda società privata più grande degli Stati Uniti, grazie a un fatturato annuo di 115 miliardi di dollari, bloccato dalla sua sussidiaria Guardian Industries che continua a gestire le sue due attività di produzione del vetro in Russia. Il COO di Koch Dave Robertson ha spiegato in una dichiarazione che l’azienda non vuole abbandonare i suoi dipendenti nel paese «o consegnare questi impianti di produzione al governo russo in modo che possa operare e trarne vantaggio».
Oltre a Koch Industries, Leroy Merlin e Renault, almeno altre 30 società si sono rifiutate di ridimensionare le loro operazioni commerciali russe, secondo un elenco ampiamente citato compilato dal professore dell’Università di Yale Jeffrey Sonnenfeld, che identifica 350 società, che hanno ritirato le loro attività in Russia o sono in procinto di farlo.
Credit Suisse, la seconda banca svizzera, è tra le grandi aziende che non si sono ritirate dalla Russia: il suo amministratore delegato Thomas Gottstein ha dichiarato martedì che la società sta “riesaminando” i suoi legami commerciali con la Russia, ma l’esposizione della società alla Russia è di 1,1 miliardi di dollari attraverso prestiti e controllate rende molto improbabile un ritiro dalla banca.
Il colosso farmaceutico britannico AstraZeneca sta continuando nuove sperimentazioni mediche in Russia, dopo che i concorrenti Pfizer e GlaxoSmithKline hanno dichiarato questa settimana che non inizieranno nuove sperimentazioni cliniche nel paese.