Nuovo Fair Play Finanziario, ci siamo. Nella giornata di oggi – giovedì 7 aprile 2022 – il Comitato Esecutivo della UEFA sarà chiamato a votare l’insieme delle nuove regole che andrà a sostituire quelle conosciute finora, con l’obiettivo di ripartire dopo due anni di estrema difficoltà a causa degli effetti negativi portati dall’emergenza Coronavirus.
Il nuovo Fair Play Finanziario – che cambierà nome e sarà completamente operativo a partire dalla stagione 2024/25, quando sarà introdotta anche la nuova Champions League – perseguirà la direzione del controllo dei costi, con una serie di paletti già definiti e che hanno già scatenato discussioni.
Ci sarà innanzitutto il tanto atteso tetto alle spese, ma non verrà introdotto alcun salary cap e sarà meno rigido del previsto: i costi legati alle squadre (stipendi e ammortamenti), secondo il nuovo regolamento, non potranno superare il 70% dei ricavi. La UEFA ha deciso di optare per una proposta che, dopo un periodo transitorio di tre anni, richiederà ai club di mantenere le proprie spese entro un certo limite.
La percentuale in questione è stata oggetto di numerose discussioni: c’era chi, come i club con proprietari più ricchi, voleva che il limite fosse fissato all’85% dei ricavi e chi, come le società della Bundesliga, ha richiesto una percentuale invece ben più bassa del 70%. Per consentire alle società di adeguarsi ai nuovi parametri, le regole non verranno imposte subito, ma ci sarà un percorso: i club potranno spendere fino al 90% dei loro ricavi nella prima stagione, per arriverà al 70 nel giro di tre stagioni.
Tra i paletti in questione ci sarà anche quello relativo ai “debiti scaduti”, sui quali la UEFA sarà molto meno tollerante rispetto al passato. Un eventuale debito scaduto riscontrato a seguito di un controllo dovrà essere estinto entro 90 giorni, pena sanzioni molto più severe.
Da non dimenticare poi la valutazione delle operazioni con le cosiddette parti correlate, che andranno considerate a reale valore di mercato per evitare che si creino distorsioni (come già accaduto in passato con club come il PSG e il City sul tema sponsorizzazioni). In chiusura, il deficit, che non dovrebbe essere più limitato a 30 milioni in tre anni, ma a 60 milioni, includendo però anche quelle che in passato erano spese virtuose (settori giovanili, femminile e infrastrutture).
Uno dei temi sul tavolo, infine, è anche quello delle punizioni che la UEFA potrà infliggere ai club che non rispetteranno le regole: si parla di multe, esclusioni ma anche l’ipotesi di una retrocessione tra le varie competizioni organizzate dalla UEFA stessa. Una squadra in Champions League, ad esempio, potrebbe essere retrocessa in Europa League in caso di violazione delle regole finanziarie. Inoltre, considerando il nuovo format delle competizioni dal 2024, tra le ipotesi c’è anche quella dei punti di penalizzazione, considerando che la classifica sarà unica tra le squadre partecipanti al torneo.