Domani si svolgerà la prima udienza davanti al Tribunale Federale per il caso delle plusvalenze, in cui sono coinvolti undici club: Juventus, Napoli, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Chievo, Novara e Pescara (nella prima tranche di accuse, mentre un secondo filone di indagine riguarda l’Inter). Calcio e Finanza ha potuto visionare, in particolare, il fascicolo della Procura FIGC riguardante il club doriano, che ruota come gli altri intorno a un passaggio in particolare: “Dal raffronto tra i corrispettivi riconosciuti nelle operazioni – si legge nell’atto della Procura -, corrispettivi effettivamente pagati non trattandosi di operazioni incrociate, con quelli delle operazioni segnalate da Covisoc si può notare che, quando le società devono sostenere esborsi finanziari effettivi, attribuiscono ai diritti alle prestazioni dei calciatori valori inferiori a quelli concordati nelle operazioni incrociate, pur trattandosi – in quest’ultimo caso – di calciatori che presentano carriera sportiva meno importante e profilo tecnico di minore caratura. Le transazioni comparabili dimostrano quindi che i valori attribuiti ai diritti oggetto di scambio senza trasferimenti di denaro o con conguagli di importo contenuto non corrispondono ai valori di mercato”.
Secondo i documenti ufficiali che Calcio e Finanza ha potuto visionare, l’indagine della Procura federale è nata in seguito alla ricezione della nota del presidente della Covisoc su operazioni sospette legate al calciomercato. Da qui, così, parte l’indagine della Procura FIGC, che esordisce spiegando come “gli accertamenti svolti e di cui si darà conto nel prosieguo, sono stati limitati alle operazioni incrociate segnalate dalla Covisoc alla Procura Federale; non si esclude che vi siano anche altre operazioni dello stesso tipo che coinvolgono le stesse società ovvero altri clubs”.
L’indagine ha riguardato in particolare quindi le operazioni incrociate, ovverosia quegli affari “pressoché contestuali che coinvolgono le medesime due società ed i cui prezzi di compravendita si equivalgono o quasi, generando così crediti e debiti di pari importo che si estinguono per compensazione senza generare né incassi né pagamenti, quindi prive o pressoché prive di movimentazione finanziaria. Tali scambi incrociati generano così effetti patrimoniali (acquisti di diritti) ed economici (vendite di diritti) ma senza impegnare le società dal punto di vista finanziario”.
La Procura si è quindi mossa sottoponendo “a verifica di congruità i valori attribuiti dalle Società cedente e cessionaria a ciascun diritto”. “ll valore di mercato di un diritto alle prestazioni di un calciatore rappresenta il valore pagato dalla società acquirente, al termine di una contrattazione libera, reale ed effettiva di quel diritto sul mercato di riferimento”, spiegano i procuratori federali. Il tema delle plusvalenze resta un tema particolarmente delicato da valutare nel sistema calcio: d’altronde, e lo spiega anche la Procura FIGC, si parla di “pecularità del mercato calcistico”, dove dare una valutazione corretta per un giocatore resta comunque complicato (non esisterebbero nemmeno i classici “bidoni” o le sottovalutazioni di giocatori di grande valore”).
“Pur considerata la peculiarità del “mercato calcistico”, le compravendite oggetto dell’indagine presentano aspetti “anomali” che rendono verosimile che la trattativa condotta sia stata influenzata da ragioni che esulano dall’ambito tecnico/sportivo per sconfinare nelle “politiche di bilancio””. Anche perché, prosegue la Procura, le operazioni di mercato sono così diventate “uno strumento utilizzato dalle società per contabilizzare ricavi superiori a quelli realmente realizzati nonché per iscrivere nell’attivo patrimoniale valori delle immobilizzazioni immateriali superiori al reale, con conseguente effetto migliorativo sul Patrimonio Netto”.
Tra i club finiti nel mirino, la Procura analizza anche la situazione della Sampdoria: in particolare, il club ligure avrebbe registrato, secondo l’accusa, plusvalenze fittizie per 11,1 milioni di euro (per le cessioni legate a Leverbe e Ivan al Chievo e Peeters, Mulè e Vrioni alla Juventus, con incremento fittizio delle immobilizzazioni immateriali per 10,35 milioni di euro (per gli acquisti di Audero, Francofonte, Gerbi e Stoppa dalla Juventus).
Operazioni che hanno avuto effetto diretto, così, sul patrimonio netto del club:
- bilancio semestrale al 30 giugno 2019: patrimonio netto rettificato da 29,3 a 18,4 milioni;
- bilancio annuale al 31 dicembre 2019: patrimonio netto rettificato da 31,9 a 18,6 milioni;
- bilancio trimestrale al 31 marzo 2020: patrimonio netto rettificato da 27,4 a 7,6 milioni;
- bilancio semestrale al 30 giugno 2020: patrimonio netto rettificato da 10,8 a -8,6 milioni;
- bilancio annuale al 31 dicembre 2020: patrimonio netto rettificato da 73,9 a 53,8 milioni;
- bilancio trimestrale al 31 marzo 2021: patrimonio netto rettificato da 63,2 a 43,2 milioni.
Complessivamente, l’impatto sul patrimonio netto secondo la Procura FIGC è di oltre 20 milioni di euro al 31 marzo 2021. Cifre che, tuttavia, secondo l’accusa non hanno avuto impatto sulla possibilità del club di iscriversi o meno al campionato o di rispettare gli altri paletti: motivo per cui il deferimento nei confronti della Sampdoria riguarda solo l’illecito amministrativo che può portare al massimo a una sanzione.
Per quanto riguarda i dirigenti, sono 11 i manager del club doriano che sono stati deferiti dalla Procura FIGC:
- CASTANINI Enrico
- FERRERO Massimo
- FIORENTINO Paolo
- IENCA Massimo
- INVERNIZZI Giovanni
- PRAGA Adolfo
- PROFITI Giuseppe,
- REPETTO Paolo
- ROMEI Antonio
- TOGNOZZI Gianluca
- VIDAL Gianluca.