Kjaer Eriksen salvataggio
(Foto: Imago Images, via Onefootball)

Simon Kjaer ha ricevuto il premio della “Hall of Fame del Calcio Italiano” dedicato a Davide Astori. Il difensore del Milan è stato premiato in seguito al gesto compiuto il 12 giugno 2021 allo Stadio Parken di Copenaghen nel corso di Danimarca-Finlandia, primo match del Gruppo B del Campionato Europeo, quando Kjaer ha soccorso il compagno di nazionale Christian Eriksen, accasciatosi improvvisamente a terra al 43′ contribuendo a salvargli la vita.

Un gesto per il quale il capitano della Danimarca è stato insignito, insieme allo staff medico della nazionale danese, dell’Uefa President’s Award.

“Ricordo molto bene Davide in campo – dichiara il difensore del Milan – e ovviamente ricordo bene anche la sua tragica fine. Sia Pioli sia i miei compagni mi hanno parlato di lui, so che la sua morte è stata scioccante per tutta Italia e per tutto il mondo del calcio. E’ una tragedia che rende ancora tristi, e che lo farà per sempre. Ricevere il premio dedicato a Davide significa molto, mi rende felice e orgoglioso; per me è un’opportunità di onorare il suo nome”.

La memoria torna poi al 12 giugno: “Alcune cose e alcuni momenti di quel giorno rimarranno con me per sempre – ricorda Kjaer – la cosa principale però è che ora Christian stia bene, che sia tornato assieme alla sua famiglia e in campo, e che abbia ripreso a fare la cosa che ama di più, ovvero giocare a calcio. In quei momenti terribili ci siamo comportati da vera squadra, ognuno di noi ha fatto il massimo per aiutare un nostro compagno e un nostro amico. Devo ammettere però di aver chiuso quel capitolo, e di non aver nemmeno troppa voglia di parlarne ancora. Ma per parlarne qui, con gratitudine verso la Figc e per mostrare il mio rispetto a Davide Astori e onorare la sua eredità, per questa volta ho deciso di riaprire nuovamente questo capitolo”.

“Ciò che è avvenuto quel giorno a Copenaghen è il risultato dello sforzo comune di giocatori, medici, paramedici e staff. In quel momento, tutti noi eravamo lì per Christian. Quando stavo correndo in direzione di Christian non avevo idea, così come nessuno dei miei compagni, che avesse avuto un arresto cardiaco. L’unica cosa a cui pensavo era di raggiungerlo il più in fretta possibile e di aiutarlo. Ho imparato che è questa la cosa più importante. Se vedi qualcosa di strano devi agire, e devi farlo in fretta. Nel primo soccorso la velocità è cruciale. Fare quello che si è in grado di fare, e farlo velocemente, e poi lasciare che se ne occupi un professionista il prima possibile. Quel giorno siamo stati fortunati, perché medici e paramedici erano davvero vicini”.

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