Mosca conquista Mariupol
Vladimir Putin (Image credit: Depositphotos)

Prosegue l’attacco russo nell’Est dell’Ucraina, dove l’esercito di Mosca avanza dall’area del Donbass verso Kramatorsk ed il Cremlino ha annunciato la conquista della città assediata di Mariupol. Resta però ancora una strenua resistenza nell’area delle acciaierie Azovstal, mentre continuano senza sosta le operazioni di evacuazione dei civili.

L’annuncio che Mariupol è ormai sotto il controllo russo è stato dato dal ministro della Difesa russo Shoigu, e lo stesso leader del Cremlino Putin ha accolto la notizia parlando di un «successo». Sono intanto più di 142.000 civili evacuati.

Per il momento, in città resta ancora in piedi l’ultima linea di resistenza, con circa duemila i soldati ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal, tanto che Shoigu ha calcolato che serviranno ancora «due o tre giorni» per completare le operazioni militari. Putin però ha annullato l’assalto dell’area, per salvaguardare la vita delle truppe, ed ha ripetuto la promessa di risparmiare la vita agli assediati che si arrenderanno.

Nel resto del Paese prosegue l’offensiva russa. Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa britannico, «le forze russe stanno ora avanzando dalle aree di base nel Donbass verso Kramatorsk», nell’est dell’Ucraina, «che continua ad essere oggetto di persistenti attacchi con i razzi». Il governatore della regione orientale di Luhansk, Serhiy Gaidai, ha affermato invece che le forze russe controllano l’80% del territorio dell’Oblast.

L’area controllata dalla Russia è aumentata in particolare dopo la cattura il 18 aprile della città di Kreminna, e buona parte della regione è sotto il controllo de facto dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, che ha dichiarato in modo unilaterale l’indipendenza dall’Ucraina il 12 maggio 2014. Le truppe russe hanno inoltre alzato una grande bandiera rossa sovietica, simbolo della vittoria sui nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, a Kherson e Kreminna, in vista della celebrazione del 9 maggio del Giorno della Vittoria.

Il governo ucraino ha anche aggiornato le stime sulla presenza nel Paese di militari russi, che sarebbero attualmente circa 90.000, mentre altri 22.000 si trovano lungo il confine. In totale i militari russi uccisi dall’inizio dell’invasione sarebbero aumentati a circa 21mila, e l’esercito di Kiev avrebbe colpito e distrutto, fra l’altro, 172 aerei da caccia, oltre a 151 elicotteri e 166 droni, 829 carri armati e 393 pezzi di artiglieria. Mosca però, in base a una denuncia della rete multinazionale di intelligence “Five Eyes” (Australia, Usa, Regno Unito, Nuova Zelanda e Canada), potrebbe mettere in campo anche ad attacchi informatici, affidandosi a una rete di hacker per colpire gli Stati che appoggiano l’Ucraina.

Non si ferma nel frattempo l’attività diplomatica, nel tentativo di trovare una soluzione che porti ad uno stop dei combattimenti. Mosca ha fatto sapere che i colloqui tra la Russia e l’Ucraina continuano in formato video quasi ogni giorno, ed ha proposto che i cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Usa, Gb, Francia, Cina e Russia) possano diventare la base degli Stati garanti sulla neutralità e la sicurezza dell’Ucraina.

Nel frattempo, il premier spagnolo Sanchez e quello danese Frederiksen sono arrivati a Kiev, dove incontreranno Zelensky. E da Pechino il presidente Xi ha ribadito che la Cina si oppone a «sanzioni unilaterali», dicendo no ad una «costruzione della propria sicurezza» a spese di altri e «alla mentalità della Guerra fredda, che minerà solo il quadro di pace globale».

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