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(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

“San Siro? Lo dissi già qui qualche anno fa e fui abbastanza criticato ma sono abituato. Secondo me San Siro ha fatto il suo tempo, si è sacrificato uno stadio come Wembley. Sono stato sia nel vecchio Wembley per Sampdoria-Barcellona in finale di Coppa dei Campioni che al nuovo Wembley, non c’è paragone. Uno stadio come questo è antifunzionale per qualsiasi attività si faccia nel calcio”. Lo ha detto il presidente della Juventus Andrea Agnelli, intervenuto all’evento “Il Foglio a San Siro”.

“Quanto pesa il nuovo stadio per la Juventus? I ricavi sono in crescita del 700% rispetto a Comunale, oggi valgono 70/80 milioni che è nostra dimensione. in condivisione, nuovo stadio servirebbe. L’Italia avrà bisogno di uno stadio da più di 65mila spettatori per i grandi eventi, dovremo anche fare una grande riflessione se sarà Roma o Milano anche come casa della nazionale, avere uno stadio unico per la nazionale sarebbe molto elitario.” 

“Alla Juventus è mancato Marotta? Sicuramente è una persona che manca perché gli voglio bene, da questo punto manca. In quel momento abbiamo fatto determinate scelte, su Marotta avevamo fatto determinate riflessioni che inizialmente lo attiravano e poi non più. È venuto all’Inter e sta facendo molto bene e questa decisione ha fatto sì che oggi ritrovarmi con Marotta, Zhang con cui ho un ottimo rapporto e un ex compagno di università significa anche volere abbastanza bene all’Inter che è particolare. Scudetto? Con due punti in 4 giornate può ancora succedere di tutto, io spero possa arrivare un suicidio collettivo e noi le vinciamo tutte. Casini? La Juventus è filo-governativa per principio, noi dialoghiamo con chi sta al governo. Casini ha grandissime competenze tecnico-ammministrative, è conoscitore del calcio e può rivelarsi un ottimo presidente per la Lega”. 

“Mancata qualificazione Mondiali? Bisognerà stare attenti a non farsi cogliere da volontà di modificare regole e norme endofederali, in quanto il problema italiano è alla base. L’ultima generazione dei grandi campioni che hanno vinto nel 2006 è una generazione cresciuta ancora per strada. Oggi è molto più difficile mandarli a giocare per strada perché ci sono più preoccupazione. Quello che serve è un modello federale sullo stile belga, francese che permetta ai giovani di confrontarsi a pari livelli. Una legge sullo ius soli sarebbe fondamentale, tanto talento oggi non è convocabile. Da lì ripartire ma senza farsi cogliere dall’ansia della qualificazione o non qualificazione, è un progetto a lunto termine non qualcosa che si risolva da oggi al domani. Under 23? Il livello degli under 21 o under 20 è basso, dare possibilità a ragazzi di esprimersi in un campionato molto formativo come la Serie C permette di prepararli in maniera molto più efficace piuttosto che inventarsi nuovi tornei giovanili. Secondo noi è un tema che può funzionare. 

“Dybala? È un grande giocatore, la decisione è stata figlia di determinati momenti. Se a dicembre mi avessi chiesto di Vlahovic, averei risposto che era affare impossibile. A gennaio pensavo fosse estremamente difficile, la Fiorentina stava facendo molto bene e fino a poche partite fa poteva ambire alla nostra posizione. Pensavo sarebbe stato difficile un trasferimento. Le risorse però sono limitate, uno deve scegliere come investirle. Su Dusan vogliamo investire, come De Ligt, Locatelli e Chiesa, c’è anche il tema del ringiovanimento. Fare una offerta a Dybala non consona al suo livello non sarebbe stato corretto”. 

“Blocco italiano? In qualsiasi paese è importante avere zoccolo duro che viva, conosca e capisca tutte le dinamiche sociali. Fare mestiere all’estero significa anche essere più distaccati. Un blocco di ragazzi della propria nazione significa anche essere più vicino a tifosi e alla storia della società, la volontà è di proseguire in quel solco. Importante è che ci siano giocatori che possano mantenere alto il livello. Chiellini in società? Il posto ce l’ha pronto, deve solo decidere quando. Del Piero? Le porte sono sempre aperte, oggi vive a Los Angeles coi figli, credo abbia vita estremamente felice. Entrare in società, per chiunque, cambiare completamente stile di vita: oggi è focalizzato su quello che sta facendo e sta riscuotendo successo anche come commentatore, mi sembra molto felice”, ha concluso Agnelli.

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