«Come si sopravvive a momenti complicati? È stato un anno complicato, ma così come noi abbiamo pieno rispetto per tutti gli organi inquirenti, lo esigiamo altrettanto. Torniamo a come certe notizie vengono trattate in determinati momenti e in altri. Su altri temi ci stiamo muovendo su questioni giuridiche delicate che potranno definire futuro di questo sport».
Parole del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, intervenuto durante l’evento “Il Foglio a San Siro” per parlare di alcuni dei temi più importanti che hanno caratterizzato il mondo del pallone negli ultimi anni. Tra questi, anche il lancio della Superlega europea che risale a poco più di un anno fa.
«Il progetto Superlega ha due momenti significativi: da un lato l’aver avuto la condivisione da parte di 12 club che hanno siglato un accordo da 160 pagine, che come primo punto aveva quello di dialogare con la UEFA e la FIFA. La definizione del formato della competizione era un passaggio successivo», ha spiegato Agnelli.
«Quello che fa riflettere – ha proseguito – è la veemente reazione da parte delle istituzioni internazionali su un numero di club, che si sono spaventati e per paura hanno indietreggiato. Per una battaglia giuridica di questo calibro bisogna anche avere le spalle larghe e credere fortemente che il modello che ci organizza in questo momento può essere rivisto».
Per il presidente della Juventus «in questo momento la UEFA è regolatore (sia legislatore che giudice), operatore commerciale monopolista e gatekeeping per le competizioni. Non è una governance moderna ed è il punto saliente sul ricorso alla Corte di Giustizia dell’Ue, va a toccare il principio fondamentale della libera concorrenza in libero mercato. Determinate funzioni servono ma non possono essere incentrate su un unico operatore».
Inevitabile un commento sui rapporti con il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin: «Dialoghi evidentemente interrotti, ciò non toglie che quello che è stato il rapporto che abbiamo avuto e l’affinità su certi temi rimanga. Ha interpretato questo come attacco personale ma non lo è, ma il tempo sarà galantuomo».
Tornando alle competizioni, il «format si può discutere, ma la governance va rivista. Abbiamo assistito a una partita straordinaria come City-Real, ma non ci rendiamo conto che abbiamo due competizioni che genereranno 28 miliardi nei prossimi cicli come Premier e Champions. Una Premier a 4,2 miliardi significa che attirerà tutto il talento, una Superlega di fatto c’è già. Ora rischiamo di avere due finali di Champions con sole squadre inglesi e una di Europa League con una inglese che sfida una scozzese».
«Avremo una Premier League tutto l’anno e una da marzo-aprile in avanti, una polarizzazione verticale esiste già. Esiste anche una polarizzazione orizzontale, guardiamo a PSG, Bayern, Ajax, Legia Varsavia. Abbiamo di fatto polarizzato e immobilizzato il calcio. Se uno guarda negli ultimi 10 anni, in semifinale non è mai andata squadra che non sia delle big-5 ad eccezione dell’Ajax. Singolo exploit ci può stare, ma voglio vederli ripetersi», ha concluso Agnelli.
[…] Juventus President Andrea Agnelli believes there already is a Super League in European football, namely the Premier League. The club chairman spoke at the San Siro yesterday and touched on a number of topics including the Super League, Paulo Dybala’s exit from the club and UEFA, as quoted by Calcio e Finanza: […]