Eni conti rubli
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Il colosso energetico italiano Eni si prepara ad aprire conti in rubli presso la Gazprombank JSC, un segnale che il fronte unito europeo contro Mosca rischia di cedere. Lo riporta Bloomberg, spiegando che la mossa di Eni, che potenzialmente le consentirebbe di soddisfare la richiesta di Vladimir Putin di acquistare il gas in valuta locale, sarebbe una misura precauzionale.

Mercoledì la presidentessa della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avvertito le aziende di non piegarsi alle richieste della Russia, affermando che ciò andrebbe a violare le sanzioni. Ma le aziende stanno cercando soluzioni alternative in questo senso.

Poche ore dopo che Gazprom PJSC ha interrotto i flussi di gas verso Polonia e Bulgaria per la mancata adesione ai nuovi termini, Bloomberg ha fatto sapere che quattro acquirenti europei hanno già pagato in rubli e 10 hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per soddisfare le nuove regole.

«Le aziende con tali contratti non dovrebbero aderire alle richieste russe. Questa sarebbe una violazione delle sanzioni, quindi un rischio elevato per le aziende», ha detto von der Leyen. Ma poiché sono presenti scadenze per i pagamenti, le aziende e i governi devono decidere se accettare le richieste russe – rafforzando Mosca nella sua guerra in Ucraina – o andare incontro alla prospettiva di razionare il gas in patria.

Eni cerca anche maggiore chiarezza sulle linee guida e rispetterà le sanzioni. L’azienda italiana non ha utilizzato il nuovo meccanismo e finora ha pagato solo in euro. Il prossimo giro di pagamenti non è dovuto prima della seconda metà di maggio. L’Italia ottiene circa il 40% del suo gas dalla Russia, anche se il primo ministro Mario Draghi ha setacciato il mondo in cerca di nuovi accordi e si è assicurato intese con fornitori in particolare in Nord Africa.

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