“Se ci sarò ancora alle Olimpiadi 2026 in qualche ruolo? Ho risposto a una intervista dicendo ‘Io ho una idea’, ma non riguardava il Coni, è una idea mia di vita. Non c’era nessuna velleità di creare artifizi normativi. La mia idea magari è occuparsi di qualche altra cosa nel mondo dello sport. È troppo prematuro dire qualcosa”. Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervenuto all’evento “Il Foglio a San Siro”.
“Come vedo il calcio italiano? Preoccupato il termine è improprio, sicuramente l’eliminazione della nazionale è stata una bella botta per tanti motivi, ci ha riportato a una realtà diversa rispetto all’euforia dell’Europeo. La mia ricetta è semplice, il calcio italiano da sempre ha le sue conflittualità, ma oggi più che mai se non c’è dialogo davvero propositiuvo tra lega e federazione non vedo come possano esserci speranze per il futuro, perché la Lega di A è la locomotiva. La federazione non può tenere conto delle altre componenti ma che mi sembrano più filo-istituzionali. Forse è arrivato momento giusto per le riforme e anche per dare ridistribuzione dei pesi alla Lega di A che è più corrispondente alla realtà”.
“In questi giorni si è chiuso l’iter proceduerale per il PNRR, ho fatto due considerazioni: allo sport è arrivato un miliardo, se ci avessero raccontato qualche mese fa che tutti questi soldi sarebbero arrivati per infrastrutture e scuola probabilmente saremmo andati a piedi in pellegrinaggio. Poi certo quando ti fermi un secondo e ragioni, malcontati mi sembra sono circa 209 i miliardi che arriveranno in Italia, quindi lo 0,4% circa per lo sport. Siccome lo sport che ha come 1,75% del PIL, come indotto arriviamo a 3,5%, c’è ricaduta sociale altissima, non mi sembra che in questo senso che le cose non siano andate bene. Poi c’è seconda riflessione: c’è stata altissima adesione a progetti, ci manca solo che se uno mette soldi a fondo perduto uno non li va a chiedere. Ma 10% non ha fatto domanda per come è fatto bando, così è una occasione persa. Se si fosse coinvolto Coni, le problematiche non ci sarebbero state. E le problematiche non si sono esaurite qui. Sembra cosa possibile che Stato mette un miliardo per lo sport e non destina un euro per Coni e comitato paralampico, che gestiscono i centri federali dove si allenano i campioni che poi vengono applauditi? O sei in cattiva fede o sei incompetente”.
“Atleti russi agli internazionali di Roma? Uno da presidente del Coni in certi frangenti deve essere diplomatico, in altri ci deve mettere la faccia. Cosa succede? Lo sport nel mondo è regolato da due tipi di soggetti: uno è quello ordinamentale internazionale, il CIO, da cui dipende tutto quello con cui abbiamo a che fare, cioè Coni, federazioni internazionali e federazioni nazionali, leghe; poi c’è un altro soggetto, quello privato, come chi organizza F1, la NBA, l’ATP e la WTA del tennis, chi organizza Wimbledon e che non sono interlocutori del Cio. Non si può dichiarare guerra mentre c’è olimpiade o paralimpiadi, Russia ha invaso l’Ucraina. Il CIO ha detto che russi e bielorussi non poteva partecipare e tutte le federazioni hanno seguite le indicazioni, così come anche alcuni privati come la F1 e Wimbledon”.
“ATP e WTA non hanno ritenuto giusto provvedimento? È un loro diritto ma devono sapere che il resto del mondo si comporta in modo diverso. L’atleta individuale nel mondo non esiste, perché l’atleta è comunque tesserato presso una federazione del paese. Ho solo detto, cari tennisti, siete gli unici che ragionano in questo modo: se vincete la vostra battaglia, a questo punto bisogna chiedere scusa a tutti gli altri e li riporti dentro tutti. Deve essere uguale per tutti. Non sto chiedendo un intervento del Governo, ma se si fa una eccezione per i tennisti forse è il caso si faccia una eccezione anche per altri atleti”.
“Olimpiadi 2026?? Ci stiamo dando tutti molto da fare. C’è energia e volontà, ma non è serio dire che non siamo indietro. Siamo indietro in modo particolare, vinta candidatura nel 2019 e fino alla fine del 2021 tra questioni politiche non si è fatto nulla. Oggi c’è consapevolezza che dobbiamo lavorare pancia a terra perché non c’è molto tempo, la mia sensazione è che se non si dà qualche strumento supplementare a chi si occupa di questo la corsa contro il tempo diventa complicata. A Torino facemmo bene come ori ma meno bene come medaglie. Importante che abbiamo qualificazione che può essere utile. C’è ricambio generazionale in alcuni sport, si rischia con il biathlon e sul fondo siamo indietro. 17 medaglie miglior risultato di sempre a eccezione di Lillehammer, dobbiamo migliorare e noi ci proviamo. Poi bisogna vedere anche cosa succede con geopolitica, in particolare per la Russia”.
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