Prende forma l’operazione da 1,18 miliardi di euro che dovrebbe portare il Milan dalle mani del fondo Elliott a quelle di Investcorp, fondo con sede in Bahrein. Secondo quanto riportato da Il Giornale, emerge un’ipotesi inedita – ma tipica del private equity – per quanto riguarda la struttura finanziaria dell’operazione che riguarderà il club rossonero.
Una volta trovato l’accordo con Elliott, parte del “prezzo” da pagare verrebbe finanziato dalle banche (in gioco ci sono Goldman Sachs con Investcorp, Bofa e Jp Morgan con Elliott) con un debito di cui si farebbe carico lo stesso Milan con l’emissione di un bond o tramite una fusione. Una struttura complessa, ma resa possibile dai pochi debiti del club, che vanta una posizione finanziaria netta negativa per un centinaio di milioni.
In sostanza il Milan può permettersi qualche debito in più ed è proprio questo che lo rende appetibile ai fondi; senza che venga compromesso il modello portato da Elliott e dall’amministratore delegato Ivan Gazidis, fondamentale anche in prospettiva, con l’introduzione del nuovo Fair Play Finanziario studiato dalla UEFA.
Guardando invece allo schema utilizzabile da Investcorp per rilevare il Milan, si ipotizza una società veicolo a capitale permanente, sottoscritto da un gruppo di investitori interessati a questa singola operazione, senza un orizzonte temporale definito o comunque non di breve periodo: nell’ordine della decina di anni o anche di più.
Infine, tornando a questioni di “campo”, secondo il quotidiano il team tecnico non dovrebbe essere in discussione. Anche Gazidis e i suoi manager sono considerati all’altezza, per il modello virtuoso di gestione di ricavi e costi. Serve però un nome forte per le faccende più politiche, quelle della Lega, decisive per l’obiettivo principale di Investcorp: alzare il valore della Serie A.