«Le emergenze del calcio? Sono diverse. Mi limito qui a indicare tre obiettivi. Il primo è legato alle risorse, perché bisogna diminuire i costi e aumentare i ricavi. Il secondo, come già detto, è agevolare la ristrutturazione o la nuova costruzione di stadi e centri sportivi. Il terzo riguarda anche la scuola: è fondamentale potenziare il calcio, per la sua valenza formativa, nella popolazione studentesca maschile e femminile». Lo ha detto il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, intervistato dal Corriere della Sera.
«I club si attendono ristori come ho fatto nel mio ruolo governativo per la cultura? No e ne abbiamo parlato. Per lo spettacolo, governo e Parlamento hanno stanziato risorse perché c’era una categoria molto vasta di imprese e lavoratori in difficoltà. Per il calcio, non mi aspetto che oggi lo Stato eroghi ristori, ma che aggiorni le regole affinché non siano frenati i ricavi. A cosa mi riferisco? Alla vendita dei diritti tv all’estero, ora limitata da molti paletti. Ma anche ai maggiori introiti da giochi e scommesse. In altri Paesi, una parte delle risorse di lotterie e giochi vanno allo sport, oltre che alla cultura. Sarebbe auspicabile che ciò avvenisse anche in Italia»
«Stadi? Occorre far comprendere che uno stadio non è solo un campo di gioco, ma anche uno strumento di rigenerazione urbana e un mezzo per migliorare l’efficienza energetica e un hub tecnologico. Costruire nuovi impianti non è un problema locale, ma nazionale: serve una cabina di regia permanente, a guida governo, con il Coni, la Figc, le Leghe, l’Istituto per il credito sportivo e le amministrazioni coinvolte. Certo, un grande evento come un’Olimpiade, un Mondiale o un Europeo sarebbe un acceleratore».
«La mia figura è stata proposta non solo da Napoli, Lazio e Fiorentina, ma anche da altre squadre, in particolare le proprietà americane: ringrazio tutte. Non ho avuto difficoltà, ma capisco che in questo mondo si usano spesso “argomenti fantoccio” per attaccare, soprattutto quando non si hanno molte frecce».
«Calcio italiano lontano dal top visto in Champions? Il nostro è più tattico, quindi a volte esteticamente meno appagante. Ricordo l’anno della vittoria in Premier del Manchester City con Mancini in panchina, l’ultima partita: vi era sempre la sensazione che potesse succedere qualcosa da un momento all’altro, come in serie A accadeva sempre con Maradona, Van Basten, Baggio, Ronaldo, Del Piero e Totti, e abbiamo rivisto a tratti con CR7, ma anche con Barella o Chiesa, perciò sono ottimista».
«Rapporto con la Figc? Ho trovato forti attriti precedenti al mio insediamento. Bisogna superarli presto e mi pare si sia sulla buona strada. Indice di liquidità^ Già prima del mio arrivo, le società avevano chiesto alla Figc di posticipare alla prossima stagione l’introduzione dell’indice. L’entrata in vigore della regola è avvenuta troppo tardi rispetto ai tempi necessari per l’iscrizione al nuovo campionato e in un contesto ancora provato dalla pandemia. Con lo 0,4 non ci sarebbero criticità per i club».
«Decreto crescita? Resta uno strumento che ha una sua utilità, purché non se ne abusi. Sarebbe meglio introdurre forme di incentivi per chi utilizza giocatori italiani. Per esempio, perché non premiare le squadre che impiegano un maggior numero di calciatori convocabili per le Nazionali?», ha concluso Casini.