Le compagnie energetiche europee dovrebbero essere provvisoriamente autorizzate a soddisfare le richieste russe di pagare il gas in rubli. Lo ha affermato Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica nel governo Draghi, in un’intervista rilasciata a Politico.
«Penso che sarebbe bene per qualche mese, almeno, consentire alle aziende di andare avanti e pagare in rubli, mentre comprendiamo il quadro giuridico e le implicazioni», ha detto Cingolani, aggiungendo di volere «una rapida e chiara pronuncia della Commissione europea» che confermi che le compagnie petrolifere e del gas possono pagare in rubli per il momento.
Il Cremlino ha chiesto alle compagnie energetiche dei cosiddetti “Paesi ostili” di pagare il gas in rubli nel tentativo di sostenere il valore della valuta russa. Le aziende dovrebbero aprire conti in euro e rubli presso la banca russa Gazprombank, e i russi considererebbero il pagamento del gas completato solo una volta che i rubli saranno stati depositati.
La Commissione europea ha avvertito le aziende di non aprire conti in rubli, affermando che ciò violerebbe le sanzioni imposte alla Russia per aver invaso l’Ucraina. La sua guida dice che i servizi pubblici possono pagare in euro – e che tale pagamento sarebbe considerato definitivo in base ai contratti esistenti – e quindi la Russia può convertire successivamente gli euro in rubli.
Cingolani ha affermato che potrebbero volerci mesi per avere una piena comprensione delle implicazioni legali, lasciando le compagnie petrolifere e del gas in un vicolo cieco. «Credo che le compagnie petrolifere e del gas non possano rischiare di pagare e poi essere accusate di aver infranto le sanzioni, ma allo stesso tempo non possono rischiare… di non pagare in rubli».