Netflix si prepara a introdurre la pubblicità per il suo piano di abbonamento meno costoso entro la fine dell’anno, una tempistica più rapida di quanto originariamente indicato. Lo riporta il New York Times, spiegando che la società lo avrebbe fatto sapere ai dipendenti attraverso una nota.
In questo comunicato, i dirigenti di Netflix hanno affermato che l’obiettivo è introdurre la pubblicità negli ultimi tre mesi dell’anno. La nota affermava anche che la società è al lavoro per iniziare a reprimere il fenomeno della condivisione delle password tra la sua base di abbonati più o meno nello stesso periodo.
Il mese scorso, Netflix con sorpresa ha annunciato che avrebbe iniziato a offrire un abbonamento a un prezzo inferiore con annunci pubblicitari, dopo anni in cui aveva pubblicamente affermato che gli spot pubblicitari non sarebbero mai approdati sulla piattaforma di sport in streaming, non interessata a questo aspetto nel suo modello di business.
Tuttavia, Netflix sta affrontando sfide commerciali significative. Nell’annunciare i risultati del primo trimestre il mese scorso, la società ha affermato di aver perso 200.000 abbonati nei primi tre mesi dell’anno – per la prima volta in un decennio – e prevede di perderne altri due milioni nei mesi a venire.
Reed Hastings, co-amministratore delegato di Netflix, ha detto agli investitori che la società avrebbe esaminato la possibilità di introdurre una piattaforma supportata dalla pubblicità e che avrebbe cercato di «capirlo nel prossimo anno o nei prossimi due». La recente nota al personale indica però che le tempistiche hanno subito un’accelerazione.
Netflix attualmente offre una varietà di livelli di abbonamento per accedere al suo servizio di streaming. Il suo piano più economico in Italia costa 7,99 euro al mese e consente la visione su un unico dispositivo per volta. Il piano da 12,99 euro alza la visione contemporanea a due device, mentre quello più costoso – da 17,99 euro al mese – porta il totale a quattro dispositivi.
Di recente, il co-CEO Ted Sarandos ha commentato anche la possibilità per la piattaforma di sbarcare nel mercato dello sport in diretta. Sarandos ha detto di non essere così sicuro che lo sport live possa portare un «grande flusso di profitto. Non sto dicendo che non ci occuperemo mai di sport, ma dovremo mettere a punto un percorso per arrivare a un grande flusso di entrate e un grande flusso di profitti».