La nuova Champions League cambia ancora. A poco più di un anno dal voto che aveva entusiasticamente annunciato il nuovo format, sono proprio le due principali novità del torneo, che partirà dalla stagione 2024 in poi, a rischiare di scomparire. La prima riguarda il numero di partite giocate da ogni squadra. Il nuovo format della competizione europea per club – come spiega l’edizione odierna di Repubblica – prevedeva un girone unico e dieci partite garantite a tutti.
La seconda, invece, concerne la qualificazione tramite ranking, riservata alle migliori squadre dei campionati europei rimaste fuori dai primi quattro posti. Una soluzione che permetterebbe alla UEFA di mettere una pezza ai problemi della Premier League, dove arrivare quarti è complicatissimo, ma saltare la qualificazione alla Champions per un anno può aprire una forbice spaventosa con le altre realtà del campionato in termini di ricavi. Una formula che piace alle grandi d’Europa, ma è poco democratica per le piccole.
Dopo aver sconfitto i “separatisti” della Superlega, l’organo di governo del calcio europeo dovrà affrontare le Leghe che reputano il nuovo format non conciliabile con un campionato a 20 squadra, come la Serie A o la Premier League, imponendo così una riduzione dei campionati a massimo 18 squadre. E soprattutto finirebbe per drenare ai tornei – come ad esempio il massimo campionato italiano – qualcosa come 200 milioni dai diritti tv.
Per questo, le Leghe chiederanno nel Congresso UEFA in calendario oggi a Vienna la riduzione del numero di partite: oggi la previsione è di un aumento di 100 partite dal 2024 rispetto alla formula attuale. L’obiettivo realistico è portarlo a “solo” 48 partite in più, con 8 partite nel girone eliminatorio.