I compensi di John Elkann finiscono sotto la lente di Norges. Dopo quelli di Jamie Dimon (Jp Morgsn), Tim Cook (Apple) e Carlos Tavares (Stellantis), il fondo sovrano norvegese ha annunciato, come riportato da MF – Milano Finanza, che voterà nell’assemblea del 24 maggio contro la relazione sulla remunerazione di Exor, azionista di maggioranza tra le altre di Juventus, Ferrari e Stellantis. Una bocciatura da parte del sesto socio della holding della famiglia Agnelli-Elkann (Norges ha il 2,9% delle quote) che riguarda i 3,2 milioni che Elkann, in qualità di ad e presidente è il solo amministratore esecutivo della holding, ha ricevuto nel 2021. Un voto che sui compensi già pagati ha valore solo consultivo, al contrario di quello sulle politiche retributive future.
Norges infatti si opporrà pure alle modifiche ai parametri di remunerazione per il triennio 2022-2024: l’approvazione non è in bilico, conisderando la Giovanni Agnelli BV (la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann) detiene il 52% del capitale e controlla l’85% dei diritti di voto di Exor, ma l’opposizione del fondo norvegese è un segnale di come gli investitori istituzionali puntino sempre più ad influenzare le prassi retributive delle grandi compagnie.
Norges si opporrà quindi anche ai nuovi criteri di retribuzione di Exor, che punta ad agganciare i compensi di Elkann a due variabili di lungo termine: il tasso annuo di crescita composto del rendimento totale degli azionisti (Tsr) e l’aumento del Nav in rapporto all’indice di riferimento Msci World, che, nella migliore delle ipotesi (20% di Tsr e 10% di sovraperformance rispetto al benchmark), potranno portare Elkann a percepire 19 milioni di euro nell’arco del triennio, 18 dei quali sotto forma di assegnazione gratuita di azioni (performance share units). L’incremento rispetto alla situazione attuale, spiega la società, «riflette l’aumento del rischio che il bonus sia zero».