Nel futuro di Exor non ci saranno solo Stellantis e Ferrari, che rappresentano i maggiori investimenti da parte della holding degli Agnelli-Elkann (che controlla, tra gli altri, anche la Juventus). Con la cessione di PartnerRe ai francesi di Covéa, infatti, Exor è pronta ad incassare 8,1 miliardi di euro: cifra che warà reinvestita in settori diversi rispetti al recente passato.
Exor, controllata dalla cassaforte di famiglia Giovanni Agnelli Bv che come svelato da Calcio e Finanza oltre a distribuire 52 milioni di euro in dividendi ha ceduto quote della holding scendendo al 52% e incassando 140 milioni di plusvalenza, punterà infatti a nuove prede nei settori del lusso, della tecnologia e della sanità. Come riporta Milano Finanza, prima di tutto però va chiusa l’operazione PartnerRe-Covéa, atteso per la chiusura al più tardi entro la metà di luglio visto che al momento non sembrano esserci intoppi.
Come saranno quindi investiti gli 8,1 miliardi che Exor riceverà dalla cessione di PartnerRe? Ferrari sarà sicuramente fra i primi beneficiari. Il 16 giugno è previsto un Capital Markets Day in cui saranno delineate le strategie future della società di Maranello, con novità attese sui piani di elettrificazione, di collaborazione industriale e soprattutto di diversificazione del marchio. E, in tal senso, va inquadrato anche l’interesse della holding per il settore del lusso, a cui Exor guarda da tempo come dimostrato non solo dall’acquisto del 24% del produttore di scarpe francese Louboutin, dalla quota dell’1% detenuta in Zegna e dall’ingresso al 77% nella maison cinese Shang Xia a fianco di Hermès, ma anche dall’ingresso nel CdA di Axel Dumas.
Altro tema, poi, riguarda la mobilità, non solo intesa come auto ma anche le modalità di mobilità alternativa, che si tratti di piattaforme per il trasporto pubblico come l’americana Via oppure di rivenditori di bici elettriche come la francese Upway o la belga Cowboy. Investimenti che rientrano nel nel portafoglio sempre più ricco di Exor Seeds (+389% nell’ultimo anno), il fondo di venture capital lanciato nel 2017 e che, sotto la presidenza di Diego Piacentini e la guida di Noam Ohana, al 31 dicembre 2021 ha investito circa 380 milioni in 60 startup che spaziano dalle pellicce vegane, alle barche autonome per l’osservazione degli oceani, dai coltivatori di funghi e agli organizzatori di corse per droni. Inoltre, un nuovo interesse riguarda anche la sanità, come dimostrato dal recente acquisto del 45% di Lifenet, la rete di cliniche fondata da Nicola Bedin: un investimento di 67 milioni, quindi in fondo contenuto per Exor ma funzionale a esplorare un’industria molto promettente.