Saras mette il turbo in Borsa. Il titolo della società presieduta da Massimo Moratti – ex patron e presidente dell’Inter – ha fatto registrare un +142% da inizio dell’anno seguendo l’andamento dei margini di raffinazione saliti già nei primi mesi del 2022. La capitalizzazione di mercato è passata dai 522 milioni di euro di inizio anno a 1,25 miliardi di euro attuali.
La società ha migliorato le proprie stime sul premio di raffinazione medio portandolo a 6-7 dollari al barile rispetto al benchmarck a fronte di previsioni precedenti di 4-4,5 dollari al barile. In particolare, l’azienda ha ipotizzato che i margini di raffinazione nel diesel, che rappresenta circa la metà dei volumi di Saras, si mantengano elevati a causa dell’attuale indisponibilità di importazioni della Russia.
«Riteniamo che l’embargo non abbia implicazioni sull’approvvigionamento di Saras, ma possa avere risvolti positivi per i margini di raffinazione in Europa in quanto alle raffinerie che beneficiano di un Ural a sconto rispetto al Brent non sarà permesso di esportare verso il resto del continente», è stato il commento degli analisti di Equita Sim in questi giorni.
Inoltre, si prevede che il crack della benzina, cioè la differenza tra il prezzo del greggio e il prodotto raffinato, sia in ulteriore aumento nei prossimi tempi. Le nuove assunzioni per il crack del diesel sono di 22 dollari al barile (da 18), per quello della benzina di 15 (da 11).
L’andamento del business dovrebbe consentire a Saras di ridurre notevolmente l’indebitamento. La stessa società aveva già indicato – nei conti del primo trimestre 2022 – che nel secondo trimestre è atteso un deciso miglioramento della posizione finanziaria netta che a fine marzo era negativa per 445 milioni di euro.
Saras ha archiviato il primo trimestre con un ebitda reported di gruppo positivo per 156,3 milioni di euro (positivo per 27,1 milioni di euro nel primo trimestre 2021) e risultato netto reported di gruppo positivo per 76,6 milioni di euro (in rosso per 23,8 milioni nel primo trimestre 2021).