Gli stipendi passati e futuri di Urbano Cairo, del cda di RCS e dei suoi manager fanno storcere il naso agli investitori internazionali. Lo si scopre – scrive Il Tempo nella sua edizione odierna – leggendo il verbale dell’assemblea del maggio scorso del gruppo editore de “Il Corriere della Sera” chiamata fra l’altro ad approvare il bilancio 2021.
Uno dei punti all’ordine del giorno era la “Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi”, suddivisa tra una prima parte relativa ai compensi previsti nel 2022 e una seconda riguardante quelli erogati nei 2021, pari complessivamente a 6,7 milioni di euro.
Il voto sul punto ha visto favorevoli i soci titolari di 440,9 milioni di azioni pari all’85% del capitale. Quelli che hanno approvato sono in gran parte i “soci forti” di Rcs, tra cui lo stesso Cairo (316,1 milioni di azioni), Della Valle (39,7 milioni), Mediobanca (34,1 milioni), Unipolsai (25,1 milioni) e Pirelli (24,6 milioni).
Contrari soci portatori di 10,8 milioni di titoli (2% del capitale), fra i quali molti grandi fondi comuni esteri da Blackrock a Fidelity, da Bnp Paribas a State Street fmo a Vanguard. Ma a bocciare Cairo sono stati anche il grande fondo sovrano norvegese e i fondi pensione americani dei lavoratori del gas di Philadelphia e dei poliziotti di Chicago nonché l’Università Cristiana del Texas.