Cosa sono i seracchi – Nel corso del 20esimo secolo le Alpi sono state una delle aree più colpite dal riscaldamento globale, con un aumento delle temperature medie di 1,2 gradi a fronte di un riscaldamento medio globale di circa 0,74 gradi. Già questa allerta, giunto dall’Agenzia regionale di Protezione ambientale (Arpa) della Valle d’Aosta, potrebbe far vacillare anche il più granitico dei negazionisti del clima.
Se si aggiunge che in 150 anni i ghiacciai dell’arco alpino si sono ridotti di circa il 75%, le azioni per contrastare il surriscaldamento del pianeta dovrebbero avere la priorità a livello globale. Facile il paragone con la proverbiale cartina tornasole. Arpa VdA infatti sottolinea che “i ghiacciai rispondono in modo diretto e rapido alle dinamiche di cambiamento climatico modificando la propria massa e le proprie caratteristiche morfologiche e dinamiche: progressivo arretramento delle fronti glaciali, incremento delle zone crepacciate, formazione di depressioni e di laghi sulla superficie, aumento dell’instabilità di seracchi pensili”.
Cosa sono i seracchi?
Coloro che ancora non avessero familiarità con il termine ‘seracco’ sono stati purtroppo edotti con l’ultima tragedia in alta montagna: domenica 3 luglio un ampio seracco si è staccato da Punta Rocca, sulla Marmolada, travolgendo alcune cordate di alpinisti. Un crollo di ghiaccio dal fronte di almeno 200 metri e con altezza di 60 metri che si è verificato a circa 3mila metri.
Il seracco è un blocco di ghiaccio dalle dimensioni variabili che si forma in alta quota a causa del movimento intermittente dei ghiacciai. Slittando sulla roccia in pendenza, la massa di ghiaccio si frantuma in un gran numero di blocchi instabili, chiamati appunto seracchi. A prima vista sembrano quasi torri o guglie e sono conseguenza dell’apertura dei crepacci (burroni).
Tali formazioni si staccano senza preavviso e sono il peggior incubo degli alpinisti perché la loro caduta non dipende solamente dalla temperatura in quota ma, appunto, dal movimento del ghiacciaio. Per questo i crolli possono avvenire anche con il freddo e di notte e l’attraversamento della cosiddetta ‘seraccata’ deve essere il più rapido possibile.