Veronica e Marco Squinzi guidano insieme la Mapei, tra i leader mondiali nei materiali chimici dell’edilizia, dalla morte del padre Giorgio nel 2019. Sono entrambi amministratori delegati e vogliono far crescere sopra il 25% nel 2023, dopo un 2021 chiuso con un giro d’affari record sopra i 3 miliardi.
Mapei ha fatturato l’anno scorso 3,264 miliardi, +18% dal 2020. Il margine operativo lordo è stato di 384,6 milioni, dai 383,9 del 2020 e 250,9 del 2019.
«Nel 2000 i ricavi erano a 620 milioni, sono quintuplicati – dice Marco Squinzi, nell’intervista rilasciata con la sorella a L’Economia del Corriere della Sera -. I dati del 2021 avrebbero dovuto essere quelli del 2020, anno in cui però il Covid ci ha tolto tre mesi di attività. La profittabilità resta buona, anche se risente dei rincari di energia e materie prime, come il cemento».
«Il fatturato del 2021 è dovuto alla crescita di tutti i Paesi, dagli Usa che coprono il 26% e sono il nostro primo mercato estero all’Italia che è al 18% – sottolinea Veronica -. L’Italia ha giocato un ruolo importante per gli stimoli all’edilizia, sia residenziale sia per le infrastrutture, non è stato solo il bonus 110% a trainare il settore. Siamo un gruppo davvero glocal, globale e locale».
Mapei ha 84 stabilimenti e 91 consociate nel mondo. Altre sei fabbriche sono in costruzione, tre delle quali negli Stati Uniti: a Calhoun, Georgia; Wildwood, Florida; e Huston, Texas. Più una in Egitto, al Cairo, una in Portogallo, a Cantanhede, e una in India, a Kosi. In Italia è poi previsto l’ampliamento degli stabilimenti Mapei di Mediglia (Milano) e San Cesario (Modena), Vinavil a Ravenna e Villadossola (Verbano Cusio Ossola), Vaga (malte) a Pavia.
La sostenibilità è uno dei quattro pilastri della visione dei fratelli Squinzi: «La sostenibilità per noi significa durabilità – spiega Marco -. Sei sostenibile quando aumenti la vita dell’edificio. Poi usiamo risorse il più possibile locali, razionalizziamo i trasporti e usiamo materie prime riciclate, dove possibile, per ridurre le emissioni».
E sul Sassuolo Calcio, Veronica sottolinea: «Non si vende. È un bell’investimento ma dev’essere sostenibile: perciò guardiamo ai giovani talenti da far crescere».