A una settimana dalla conclusione dell’Opa, dopo lo slittamento della scadenza al prossimo 15 luglio, la proprietà Friedkin tiene nel mirino il delisting del titolo della Roma dalla Borsa. A oltre 22 anni di distanza dalla quotazione, il club giallorosso ora punta ad uscire da Piazza Affari entro il prossimo agosto, con un progetto che passa anche da un loyalty program dedicato ai piccoli azionisti per convincerli a cedere le proprie quote.
Dopo aver raccolto del 3% del flottante del club nella fase di stake-building (delle ultime 40 offerte pubbliche solo tre hanno raggiunto l’obiettivo del 3% dello stake-building prima dei tempi necessari), salendo dall’86,8% iniziale fino a sfiorare il 90% con un investimento pari a circa 8,5 milioni di euro da parte della proprietà finora, nei giorni scorsi è partita ufficialmente l’Opa, lanciata a 0,43 euro ad azione sul rimanente 10,005%. L’obiettivo per i Friedkin è quello di raggiungere almeno il 95% del capitale per procedere al delisting: se non dovesse accadere, la strada sarebbe comunque quella del delisting, ma tramite un piano B.
Nella quarta settimana di Opa, sono state consegnate complessivamente circa il 37% delle azioni ancora flottanti e oggetto dell’Opa (23.295.957 azioni) pari a una quota del 3,70% dell’intero capitale del club giallorosso, con un investimento finora di circa 10 milioni di euro (per un totale già speso, considerando lo stake-building, di poco più di 18,5 milioni di euro): i Friedkin al momento sono così saliti al 93,7% del capitale.
Quando mancano 5 giorni di contrattazioni al termine dell’Opa, restano ancora sul mercato 39.622.115 azioni, pari al 6,30% del capitale del club con un valore di 17 milioni di euro. Per raggiungere la soglia minima del 95%, dovranno essere consegnate 8.177.999 azioni, pari all’1,30% del capitale del club, con un valore di 3,5 milioni di euro.