Multiproprietà tifosi contrari
(foto Insidefoto.com)

Il termine “recompra”, nient’altro che la clausola che permette ai club di poter riacquistare un giocatore ceduto a determinate cifre già stabilite, torna di moda nel calciomercato. Una parola che è tornata a spuntare oggi, nel corso del Consiglio Federale, dopo la richiesta della Lega Serie A di una modifica al regolamento.

La recompra, infatti, non è mai scomparsa: la cessione di un giocatore con una clausola di riacquisto è rimasta sempre attiva e diverse sono state le operazioni realizzate così negli ultimi anni. La modifica all’articolo 102 delle Noif, approvata nel 2019 su proposta del presidente della Figc Gravina, prevedeva infatti un intervento non tanto sulla clausola della recompra, quanto sugli aspetti contabili in termini di plusvalenze: secondo la norma, in sostanza, le minusvalenze o plusvalenze originate dalla cessione di un giocatore devono essere rilevate solo nel momento in cui l’opzione di riacquisto venga esercitata (o ci sia una rinuncia all’opzione da parte del club che ha ceduto il calciatore).

“Il diritto di opzione può essere esercitato o rinunciato solo ed esclusivamente nel primo giorno del periodo di trasferimenti estivo della seconda stagione sportiva successiva a quella in cui è avvenuta la cessione definitiva – si legge nella norma modificata nel 2019 -. Gli effetti contabili delle eventuali plusvalenze derivanti da quanto precede decorrono dal momento della rinuncia del diritto di opzione”.

La richiesta della Lega Serie A non era quella di cancellare questa norma sul tema contabile, quanto di allargare il perimetro ad un’altra situazione in cui, fino ad oggi, non era possibile utilizzare la “recompra”, ovverosia le operazioni in prestito con obbligo di riscatto del calciatore. Fino ad oggi infatti la clausola era utilizzabile solo nel caso di una operazione da subito a titolo definitivo.

“La recompra c’è sempre stata, non è stata re-inserita – ha dichiarato oggi il presidente federale Gabriele Gravina – Non è stato minato il riferimento normativo che avevo voluto per bloccare eventuali fasi delle plusvalenze. Oggi abbiamo solo sei situazioni aperte. È stato chiesto dalla Lega di A il diritto di recompra non solo su operazioni a titolo definitivo ma anche su quelle a titolo provvisorio come avviene in altri Paesi. Oggi scriveremo la norma per farla entrare in sintonia. Ma quel blocco previsto resta”.

Sul perché la Serie A abbia fatto tale richiesta ha aggiunto: “Il tema è attuale. Abbiamo scoperto che non ci sono molte risorse finanziarie disponibili e molte società stanno investendo su prestiti, ma alcune vorrebbero garantire ai giovani di giocare in altre realtà e allo stesso tempo avere un sistema di garanzia per evitare casi eclatanti”.

La possibilità di utilizzare la recompra in operazioni in prestito con diritto/obbligo di riscatto cambia quindi anche le tempistiche di registrazione a bilancio della eventuale plusvalenza. Facendo l’esempio di un giocatore che sarà ceduto in questa sessione di mercato in prestito con obbligo di riscatto e possibilità di riacquisto, il club cedente non potrà iscrivere a bilancio l’eventuale plusvalenza al momento in cui scatterà la clausola per il riscatto, ma dovrà attendere che scada l’opzione sulla recompra oppure rinunciare all’opzione stessa.

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Classe 1990, giornalista.