Dalla Spagna all’Irlanda fino all’Italia, i paesi europei hanno sostenuto apertamente la UEFA davanti alla Corte di giustizia europea contro la Superlega. Gli stati hanno lodato il modello europeo e la sua importanza sociale ed educativa, come riporta l’agenzia Reuters.
La controversia verte su un presunto abuso di posizione dominante da parte dell’organo calcistico europeo, appunto la UEFA, e la Corte di Giustizia (CGUE) ne ha discusso tra ieri ed oggi, sentendo le argomentazioni di tutte le parti in causa. Il verdetto arriverà non prima della fine del 2022, o forse perfino a inizio del 2023.
L’Ungheria ha affermato che la UEFA rappresenta i valori del modello sportivo europeo nella protezione dell’integrità fisica e morale dei giocatori e nella competizione basata sul merito. “Questi sono valori seguiti dalla UEFA e dalla FIFA, sia nell’organizzazione degli sport che nella riallocazione delle entrate”, ha detto l’avvocato ungherese Ester Gyarmati ai 15 giudici il secondo giorno dell’udienza.
Le restrizioni della UEFA violano chiaramente il diritto della concorrenza dell’UE, ma sono giustificate per salvaguardare il modello sportivo europeo, ha affermato l’avvocato austriaco Franz Koppensteiner.
L’avvocato di Malta ha attaccato la Super League sostenendo che “ha tenuto conto solo degli interessi ristretti dei suoi club, ignora la natura aperta della competizione basata sui meriti”. “Questo cartello non può coesistere con l’organizzazione di UEFA e FIFA senza portare alla morte certa della competizione aperta”, ha detto Emilia Gane.
La Commissione Europea, che agisce come garante della concorrenza nel blocco dei 27 paesi, ha preso una posizione più sfumata, dicendo che dovrebbero esserci controlli ed equilibri sul potere monopolistico. “L’esercizio delle funzioni di regolamentazione deve essere soggetto a limiti, obblighi e controlli per evitare che tali organismi distorcano la concorrenza”, ha affermato l’avvocato Carlos Urraca Caviedes.
Urraca Caviedes, invece, ha criticato le sanzioni contro i giocatori: “Non sembra che le sanzioni che escludano i giocatori dalla partecipazione alla UEFA, alla FIFA, siano necessarie o proporzionate per proteggere questi principi”.