Da martedì 12 luglio ci sono tre nuovi soci che controllano la Dicembre società semplice, la storica società che fa capo agli eredi dell’avvocato Giovanni Agnelli ed è controllata da John Elkann, numero uno di Exor. Come riporta MF-Milano Finanza, i nuovi soci – che prendono il posto di John, Lapo e Ginevra Elkann – sono tre persone defunte da tempo: Gianluigi Gabetti, Cesare Romiti, ovvero i due principali collaboratori di Gianni Agnelli morti nel 2019 e nel 2020, e la vedova dell’Avvocato, Marella Caracciolo, scomparsa nel 2019.
Si tratta dell’effetto di un pasticcio burocratico che potrebbe avere effetti nella partita ben più ampia per le eredità multimiliardarie dell’ex patron di FIAT e poi della moglie, messe in discussione dalla loro figlia Margherita. La storia della Dicembre, del resto, è stata a lungo avvolta nel mistero a causa della massima riservatezza che la sua forma giuridica le ha consentito di mantenere.
Solo nel 2021 si è venuto a sapere che della Dicembre ss erano diventati soci i tre figli maggiori di Margherita, ovvero John Elkann con il 60% e i suoi fratelli Lapo e Ginevra con il 20% a testa. Il primogenito ha dunque avuto legalmente il controllo della società e da lì, a cascata, della holding olandese Giovanni Agnelli Bv quindi di Exor con le sue partecipazioni in Stellantis, Ferrari, Juventus e Chn.
Tuttavia, per Margherita, la documentazione presentata dal notaio per attestare i vari passaggi societari non era regolare e quindi non poteva essere accettata. Da qui un lungo ricorso e l’accertamento della mancanza di un atto notarile, per il quale i tre Elkann sono corsi ai ripari depositando due giorni fa la declaratoria del notaio che – stando a Milano Finanza – è l’atto che mancava a causa di un errore nei codici con i quali tali atti vengono iscritti nei pubblici registri.
Ora le carte verranno vagliate per consentire ai tre Elkann di tornare ad essere pienamente soci della Dicembre. In gioco resta l’eredità di Gianni Agnelli, che da oltre un anno Margherita ha rimesso in discussione anche davanti ai tribunali di Torino, contestando le norme applicabili alla successione della madre, alla quale sostiene debba essere applicato il diritto italiano e non quello svizzero.