La Premier League in rosso. I club della massima competizione britannica hanno perso 1,38 miliardi di sterline (1,62 miliardi di euro) nel 2020-2021, una riduzione del 25% rispetto ai risultati dell’anno del Covid-19. Nel 2019-2020 sono state registrate le perdite più elevate dal 2009 a causa degli effetti della pandemia.
Le Big Six (Arsenal, Chelsea, Manchester United, Liverpool, Manchester City e Tottenham Hotspur) hanno registrato perdite cumulative di 688,76 milioni di sterline (810,1 milioni di euro), ovvero il 63% del totale, secondo un rapporto Vysyble raccolto da Front Office Sports.
Il club con il maggior numero di perdite nella stagione è stato il Chelsea, che ha chiuso l’esercizio 2020-2021 (terminato il 30 giugno) con perdite di 153,4 milioni di sterline (182,7 milioni di euro).
Per quanto riguarda i ricavi dei 20 club, secondo quanto riporta Palco23, nel 2020-2021 hanno raggiunto i 4,88 miliardi di sterline (5,7 miliardi di euro), di cui 3,34 miliardi di sterline (3,93 miliardi di euro) provenivano dai diritti audiovisivi. Le entrate per i match day sono state di 30 milioni di sterline (35 milioni di euro). Se non fosse stato per i limiti di capienza imposti ad inizio stagione dalla situazione pandemica, si sarebbero potuti raggiungere i 700 milioni di sterline (823 milioni di euro).
La competizione britannica ha chiuso l’anno finanziario 2020-2021 (terminato il 30 giugno 2021) più che raddoppiando i suoi profitti rispetto al 2020, fino a 471.000 sterline (563.000 euro), secondo i conti della competizione.
Nonostante buona parte del campionato si sia svolto senza pubblico sugli spalti a causa della pandemia, la Premier League ha aumentato il proprio fatturato del 10,7% rispetto alla stagione precedente, per un totale di 3,13 miliardi di sterline (3,81 miliardi di euro).
Il volume d’affari è prodotto interamente nel Regno Unito, ad eccezione di 1,38 miliardi di sterline, che deriva dalla vendita dei diritti audiovisivi a livello internazionale.