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Un nuovo stadio di proprietà, un trofeo – la Conference League, portato a casa nella prima edizione della manifestazione, i colpi di mercato e soprattutto l’operazione delisting da Piazza Affari. La Roma sotto la presidenza di Dan Friedkin è tutto fuorché un club statico.

Il magnante statunitense infatti ha realizzato in meno di due anni quello che molti numero uno di diverse società non sono riusciti a fare in presidenze ben più lunghe.
Dal suo arrivo nell’agosto 2020, a campionato iniziato, Friedkin ha dato subito mostra di avere il pedigree del vero stratega.

La prima mossa è stata portare nella capitale uno degli allenatori più vincenti e carismatici degli ultimi decenni, ossia José Mourinho che, seppur con alti e bassi nel campionato tricolore è riuscito a vincere un trofeo di levatura europea, e nominare un manager di esperienza internazionale come Pietro Berardi, in qualità di amministratore delegato.

La Conference League, di certo non la coppa più blasonata del Vecchio Continente, è comunque arrivata nella prima edizione del torneo ed è andata a rinverdire il palmares di una squadra che vedeva la sua bacheca spoglia dalla lontana stagione 2007/08 con l’ultima Coppa Italia alzata dal capitano Francesco Totti.

Football Affairs e la Roma di Friedkin – lo stadio sempre più vicino

Una seconda mossa da meticoloso scacchista il presidente giallorosso la sta portando avanti in queste settimane con pazienza e dovizia: lo stadio di proprietà.
Ridimensionati i progetti faraonici della proprietà Pallotta, Dan Friedkin ha individuato nell’area di Pietralta, a est della Capitale, uno spazio uno stadio moderno ma senza grandi infrastrutture commerciali; progetto realizzabile sul piano urbanistico ed economico che non a caso ha incontrato il favore del primo cittadino Roberto Gualtieri.

Poi ci sono le mosse dentro il campo, per riportare la Roma nelle parti alte della classifica.
In un calciomercato ancora ben lontano da chiudersi il presidente è riuscito ad aggiudicarsi un giocatore di primo piano come Paulo Dybala che potrebbe rendere l’attacco giallorosso più estroso e altresì pericoloso nella prossima stagione.

Football Affairs e la Roma di Friedkin – fuori da Piazza Affari

Da ultimo, forse il colpo migliore, il delisting, ovvero l’operazione per rimuovere il titolo della Roma da Piazza Affari. Un’operazione onerosa e non facile ma che la dice lunga sulla lungimiranza finanziaria di Dan Friedkin. Uscire dalla borsa, per una società di proprietà al 90% e che quindi lascia poco capitale flottante agli azionisti, permette di avere una gestione più snella, senza comunicazioni costanti agli azionisti e garantisce una riduzione dei costi, considerati i diversi milioni che ogni anno si sperdono tra governance e reportistica.

In sintesi, più capitale a disposizione della società e più potere decisionale per la proprietà che può dunque pensare a portare la Roma ai vertici della Serie A e ancor di più a giocare nei tornei di pregio dell’Europa, dando nuovo prestigio – e ritorno economico – al club.

Nel Football Affairs di questa settimana il direttore Luciano Mondellini analizza nel dettaglio i piani della Roma di Friedkin a meno di un mese dall’inizio di un campionato dove la società giallorossa vorrà senz’altro dire la sua.

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