Tempistiche sentenza ricorso Juve-Napoli
Il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis (Foto Insidefoto Andrea Staccioli)

«Il Napoli è un’idea meravigliosa, non ha bisogno di essere sistemato. Non è successo nulla di grave in itinere: il Napoli è vivo, vegeto, fortissimo». Così il presidente e patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, intervenuto sul momento del club campano in una lunga intervista a Radio Kiss Kiss Napoli. In cui, tra le altre cose, ha confermato che la società non è in vendita: «Ho rifiutato un’offerta americana da 900 milioni di dollari nel 2017-2018 e da un anno e mezzo sto ricevendo tante di quelle offerte che rimando al mittente: tre per il Bari da tre fondi e due miliardi e mezzo di euro da un fondo orientale per il mio gruppo. Ma scusa: posso divertirmi ancora?».

«Vil moneta? Forse sono stato male interpretato: a un certo punto ho fatto una dichiarazione tra virgolette parlando della vil moneta. La maglia azzurra deve o dovrebbe essere considerata dal tifoso la propria pelle sulla quale basare la propria identità: e chi è più tifoso di un giocatore che viene a giocare nel Napoli? Il calciatore deve identificarsi con questa pelle e con questa maglia, ma poi all’improvviso vedi che scompaiono e che parlano solo di aumenti di stipendio, quando già sono dei privilegiati perché guadagnano tantissimo. Qualcuno va a finire addirittura in campionati misconosciuti solo per vil moneta e resti molto male: questo senso di appartenenza dov’è?», ha proseguito.

«Ho lasciato andare Koulibaly perché mi ha detto: “Presidente, ho pochi anni davanti a me: mi faccia andare”. E io gli ho detto: “al Barcellona non puoi andare perché non ha i soldi per pagarti”. E’ in dissesto. Lo sanno tutti. Poi s’è fatto avanti il Chelsea e non abbiamo potuto dire di no: se pure avessi insistito ancora, cosa che ho fatto per circa un mese e mezzo offrendogli 6 milioni netti per 5 stagioni, per un totale di una sessantina di milioni lordi, con un personaggio come Koulibaly non ci si può sempre trincerare dietro un: no. Se un calciatore che è stato con noi per anni vuole fare un’altra esperienza in un club di prestigio e in un campionato che forse è il massimo del mondo, allora bisogna essere riconoscenti».

«Il tifoso è tifoso, ma il De Laurentiis è società da un lato e dall’altro è tifoso. Io sento fortemente l’appartenenza ai colori del Napoli e alla maglia che considero come una mia pelle, ma quando devo ragionare come società non devo mai dimenticare che ormai il calcio è diventato anche un’industria, oltre che passione, e deve seguire le regole del mercato. Purtroppo a volte dobbiamo andare contro il desiderio del tifoso».

«Quando i tifosi mi dicono: ma perché non confermi Mertens? Mertens! Mertens a vita… Ma Mertens si è proposto per un’altra stagione perché sa di avere 35 anni e che prima o poi si deve ritirare. Se però anche lui ne fa una questione soltanto di vil denaro, allora devo dire no perché devo difendere le possibilità del Napoli nel rinnovarsi. Se dovessi pagare una cifra sproporzionata al signor Mertens mancherebbe nel bilancio previsionale del prossimo campionato quello che servirebbe per prendere giocatori più giovani. Quando gli ho fatto l’ultima offerta da 4,5 milioni lordi per la prossima stagione, offerta che lui ha rifiutato, gli ho detto: “a te, a tuo figlio Ciro e a tua moglie non posso che augurare il meglio. Ti ringrazio per questi anni che ci hai regalato con tutte le tue straordinarie dimostrazioni di agonismo, capacità, serietà e di serenità che ci hai trasferito con tutti i tuoi straordinari gol, però noi non possiamo andare contro la nostra possibilità e capacità”. Del resto devo comprare dei giocatori giovani che rappresentino il Napoli per i prossimi anni».

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