«Siamo una società di un calcio che sta un po’ scomparendo, con una proprietà tutta leccese e legata da una passione vera. Per noi fare la Serie A è uno sforzo da 40-50 milioni per potere competere contro società con grandi fondi». Queste le parole di Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, intervenuto a “La politica nel pallone”, trasmissione condotta da Emilio Mancuso e in onda su Rai Gr Parlamento.
«Siamo un po’ anacronistici in questo, ma cercheremo di colmare questo gap facendo investimenti importanti. Puntiamo su identità, per il resto dobbiamo fare una gestione oculata: siamo attenti al tema degli esuberi, l’unico modo per non disperdere risorse», ha aggiunto ancora il presidente del Lecce, club neopromosso nella massima serie.
Durante la trasmissione ha parlato anche il procuratore sportivo Giovanni Branchini, che ha parlato delle proprietà straniere in Italia: «Il City Football Group col Palermo ha voluto fare un’azione di presenza nel mondo ma non ha dimostrato fino ad oggi di riporre in queste squadre grandi energie per raggiungere obbligatoriamente risultati prestigiosi. Lavorano molto sul sociale e sulle strutture, è un mezzo per imporre la conoscenza di Abu Dhabi nel mondo ma non c’è una frenesia sportiva».
«Le basi con la creatività dei protagonisti italiani che ci sono nel tempo permetteranno al Palermo anche di avere risultati sportivamente positivi. Sul resto ho molti dubbi: abbiamo accolto l’arrivo di proprietà americana con grande gioia ma gli esempi ci lasciano basiti, come per la retrocessione del Genoa che poteva essere evitata. La gestione Commisso alla Fiorentina è una gestione italo-americana, le altre lasciano moltissimi dubbi», ha aggiunto.
Infine, in trasmissione ha parlato anche il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani, che ha dato qualche numero sul GP di Monza di settembre: «I numeri per il Gran Premio di Monza sono già eccezionali, abbiamo già superato i 310 mila e andiamo verso i 320 mila spettatori nel week-end: numeri mai ottenuti. C’è un grandissimo entusiasmo verso la Ferrari e l’Autodromo che compirà 100 anni. Poi la grande passione in Italia che c’è per l’automobilismo, costretta a rimanere fuori dagli autodromi per due anni».
«Prevediamo nella sola domenica tra i 110 e i 120 mila spettatori, anche questo un record. Stiamo realizzando delle tribune provvisorie perché la domanda esiste ancora, per non lasciare nessuno fuori e per raggiungere il maggior numero di spettatori. La corsa si vede meglio in televisione, la qualità del prodotto è cresciuta moltissimo soprattutto da quando è arrivato Domenicali. Partecipare all’evento è diverso: l’atmosfera, i rumori, gli incontri nel paddock o nell’ambito del circuito, una full immersion che dà tante altre soddisfazioni. Poi c’è anche la corsa, ma si vuole vivere l’evento dall’interno», ha concluso.