Il Manchester City è ancora sotto indagine da parte della Premier League per le presunte violazioni del Fair Play Finanziario della lega inglese. Lo ha confermato l’amministratore delegato della stessa Premier League Richard Masters, come riportato da The Times.
Le indagini della Premier League, così come quella della UEFA (che si è conclusa solo con una multa per la società inglese dopo l’accoglimento del ricorso al TAS contro l’iniziale esclusione dalle coppe decisa dalla federcalcio continentale), è nata dalle informazioni trapelate da “Der Spiegel”, e derivanti da una serie di mail private del club e intercettate con attività di hacking.
Una indagine che la Premier League ha lanciato nel dicembre 2018. L’ultimo aggiornamento a riguardo era arrivato nel luglio di un anno fa, quando il City aveva perso un ricorso contro l’avanzare dell’inchiesta. Lord Justice Males, uno dei tre giudici che ha respinto il ricorso del club, aveva commentato l’eccessivo tempo trascorso da quando la Premier League ha lanciato la sua indagine: “Questa è un’indagine iniziata nel dicembre 2018. È sorprendente, e una questione di legittima preoccupazione pubblica, che così pochi progressi siano stati fatti dopo due anni e mezzo – durante i quali, si può notare, il club è stato incoronato due volte campione della Premier League”.
La vicenda risale al 2014, quando il City era stato multato per 20 milioni di euro dalla federazione europea, insieme a uno stop ai trasferimenti, per violazione del FPF, sentenza accettata dalla società con ammissione di colpevolezza. Nel 2020, tuttavia, la stessa UEFA aveva chiesto l’esclusione della compagine di Guardiola dalla Champions League per i due anni successivi, sempre per “serie violazioni” del FPF: l’esclusione era stata poi tramutata dal TAS in una multa da 10 milioni.
L’inchiesta della Premier era partita in seguito al cosiddetto Football Leaks di Der Spiegel, che aveva diffuso documenti che provavano una serie di irregolarità commesse dal City. La società si era difesa dichiarando che tali documenti erano stati “rubati” e “pubblicati fuori contesto“, al fine di sabotare la reputazione del club.