(Photo by Alex Grimm/Getty Images)

«Alla fine guarderò le partite del Qatar. Non sarà semplice. Più ci pensi e più capisci che certe situazioni sono segnate. Avevamo dominato il girone, dovevamo andare diretti al mondiale: altro che spareggi. Invece… Ci dà una mano il fatto che siamo campioni d’Europa. Bisogna ripartire da quello, più forti di prima. Sapendo che lo sport è come la vita: capitano situazioni totalmente inattese e incredibili». Sono le parole di Roberto Mancini in un’intervista rilasciata a Il Giornale.

Uno sguardo poi a quello che sarà un campionato diverso con l’interruzione per il Mondiale: «Sarà un torneo anomalo – dice il commissario tecnico -. Mai visto sospenderlo per due mesi. Non sarà semplice. Quando ho debuttato io, nel 1981, fecero giocare in Italia un Mundialito club e la serie A non giocò solo per venti giorni. Qui le squadre si fermeranno pur continuando a lavorare. Sarà tutto più difficile. Spero che sia bello come l’anno scorso. Combattuto in testa e in coda e che giochino più italiani: il mio chiodo fisso».

A proposito di italiani, l’ex tecnico di Inter e Manchester City parla poi dei diversi giovani che hanno deciso di andare all’estero: «Spero abbiano la possibilità di giocare. Così sarebbe positivo. Così si cresce. Gli italiani una volta restavano sempre qui, ora sono ancora pochi rispetto a quelli di altre nazioni. Scamacca? Aveva già fatto l’esperienza, è stato uno dei primi ad emigrare: in Olanda. In Premier può dare tanto, ma non sarà facile. L’importante è che giochi e migliori. Gnonto resta in Svizzera? Ha 18 anni, lì gioca di sicuro, ha vinto il campionato. Giocando cresce, poi meglio se troverà un livello più alto. Lucca dal Pisa all’Ajax? Ha una grande possibilità per migliorare tecnicamente. Non avrà pressione ma sarà in una squadra che deve vincere sempre. L’Ajax è come Real, Barcellona, Juve ed altre dove un pari è una sconfitta. Ma la scuola Ajax vale: da quelle parti sfornano giovani, poi li vendono e fanno i soldi. I nostri a 18 anni sono ancora in Primavera: all’estero giocherebbero tutti».

La Serie A perde anche due grandi difensori come De Ligt e Koulibaly: «È un peccato. Più sono bravi, meglio è per noi. Vengono costruiti qui, poi… Ormai il calcio è così. Koulibaly non è giovanissimo ma uno dei migliori. De Ligt è venuto giovane e da giovane se ne va. Speriamo cresca qualche italiano. Non dimentichiamo che perdiamo Chiellini, un maestro degli ultimi 20 anni. Bonucci ha una certa età. Ma ne vedremo crescere. Per esempio Scalvini, giovanissimo, ha 18 anni, è forte. E potrebbe diventare un grande play maker. Gatti non ha mai giocato in serie A, ha già 24 anni ma lo vedo bene. Oltre ai difensori c’è pure il giovane Ranocchia: migliorerà. Mancini dal Vicenza al Milan? È un ragazzo con qualità. I giovani in A fanno miglioramenti incredibili. Di colpo li vedi crescere. A 17-18 anni ci sono tanti attaccanti bravi tecnicamente. Lui è un centravanti, le qualità sono ottime».

Sugli arrivi in Italia di giocatori come Fabregas a Di Maria e i ritorni di Pogba e Lukaku: «Se vengono con prestiti o parametro zero va bene. Non conosco la situazione Fabregas, ma Di Maria è ancora in gamba e può reggere un paio di stagioni. Il campionato italiano non è fisico come quello inglese. Contano le qualità: è più tecnico. Ovviamente non siamo più la serie A degli anni 80-90».

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