Il presidente della Lega di Serie B, Mauro Balata
Mauro Balata (Photo credit should read ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

«Quest’anno abbiamo raddoppiato il numero di squadre che passano ai sedicesimi di Coppa Italia. Tra l’altro, anche quelle che non si sono qualificate, escono da partite combattutissime dove hanno sicuramente ben figurato. Questo significa che il livello tecnico-sportivo del nostro campionato è salito in maniera esponenziale. Cinque società di Serie A eliminate dalla nostre sono un dato certamente significativo». In un’intervista all’agenzia Italpress, il presidente della Lega B, Mauro Balata, commenta gli ottimi risultati raggiunti nella coppa nazionale da parte delle società che militano in seconda serie (in 9 ai sedicesimi, 5 hanno eliminato formazioni del massimo campionato).

Un percorso di crescita, quello del torneo cadetto, che mostra passi in avanti sotto tutti gli aspetti di anno dopo in anno. Balata ne approfitta per ribadire un suo desiderio e obiettivo: «Mi piacerebbe che ci fosse finalmente un’apertura affinché si possano invertire i campi in Coppa Italia, giocando nel terreno della società sulla carta meno forte. Questo determinerebbe anche una crescita di interesse ed entusiasmo per la competizione, facendo percepire questo torneo ancor di più come la vera manifestazione calcistica nazionale, la Coppa d’Italia».

«E’ una cosa che ho anche chiesto formalmente – sottolinea Balata -, e lo faccio da tre stagioni, alla Lega di Serie A. Sarebbe un segnale di grande sportività e un bel messaggio anche nei confronti di tutti i tifosi. Ci sarebbe anche un aumento dell’appeal, dell’interesse della categoria. E’ una cosa che avviene anche in altre parti del mondo. In Inghilterra, ad esempio, c’è grande attaccamento nei confronti della FA Cup. La Coppa Italia è una competizione di grande tradizione e storia, altrimenti rischia di diventare una competizione di élite».

La Serie BKT alzerà il sipario in questo weekend, un campionato nel quale ci sono grandi piazze e soprattutto tanta ambizione da parte di parecchi club: «Non mi piace la definizione ‘la Serie B è una A2’. Io credo che la Serie BKT rappresenti ormai la migliore competizione sul piano nazionale perchè esprime un calcio di alto livello, avvincente, identitario, un calcio dove ci sono tantissimi italiani e tanti talenti enormi che poi diventano giocatori di livelli eccelsi nelle grandi squadre e nelle nazionali. Ultimo in ordine di tempi Lorenzo Lucca che è andato addirittura nell’Ajax, credo sia una cosa importantissima e che va sottolineata nell’interesse di tutto il calcio nazionale».

Balata, che è sempre vicino alle società che fanno parte della Lega che presiede, si è anche soffermato sulle proprietà estere nel campionato di Serie BKT, ultima in ordine di tempo quella del Palermo, passata al City Football Group dello sceicco Mansour: «Sono tutti investimenti che arricchiscono il calcio italiano, non sono investimenti che impoveriscono. Questo è il dato principale. Sono proprietà che vengono in un campionato dove c’è una mission e una filosofia ben precisa che è quella di esprimere il meglio del calcio nazionale, dei territori, delle grandi e meravigliose città che ha questo Paese. E’ un torneo che tutela l’identità. Quando arrivano gli investitori e gli investimenti si vedono sul campo, c’è solo da essere contenti, dopodiché è un fenomeno che va governato, ma è una cosa che compete a noi e anche alle istituzioni governative».

Il ritorno in maniera massiccia del pubblico negli stadi con oltre 16mila tessere staccate in casa Genoa e oltre 10mila a Palermo, è un altro segnale dell’ottimo stato di salute di un campionato che parte con grandi piazze e club ambiziosi. «E’ un fattore è importantissimo perché senza i tifosi non c’è calcio. Riaverli all’interno degli stadi, con sana passione, con i bambini, con le famiglie, può solo far bene e riempirci di gioia – spiega Balata -. Inoltre è anche importante sotto il profilo di una stabilità economica che deve essere ripristinata e riconquistata, perché le conseguenze della crisi del periodo covid non sono terminate e ne abbiamo altre determinate dalla guerra che sta imperversando».

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