Inter addio Digitalbits
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Tiene banco in casa Inter e Roma il caso Digitalbits. La società, come noto, vanta con entrambi i club del massimo campionato italiano due importanti accordi di sponsorizzazione. Con la Roma c’è in ballo un contratto di 3 anni, 5 milioni il primo, 10 milioni il secondo, 21 milioni il terzo: 36 milioni complessivi per la partnership.

Inizialmente la “moneta” Digitalbits era piuttosto statica: dopo, il suo valore si è impennato da 0,07 a 0,72 euro, dieci volte tanto. A quel punto il dossier è finito sulle scrivanie dell’Inter: Zytara è subentrata dal 1° luglio a Socios come principale sponsor nerazzurro, impegnandosi per 85 milioni di euro in 4 anni.

Tuttavia, come ricorda La Repubblica, i primi trasferimenti non ci sono stati. La società non sta pagando e la criptovaluta è scomparsa anche dagli sfondi per le interviste. Attualmente il logo resta sulla prima maglia, perché lo sponsor tecnico Nike ha già prodotto centinaia di migliaia di divise con quel brand sul petto. Fosse tolto, ci sarebbe il problema di vendere le maglie già stampate.

Secondo il quotidiano non è escluso che il rapporto si possa concludere per vie legali con la rescissone unilaterale. Roma e Inter si sono ovviamente confrontate, ma in casa giallorossa la relazione con Digitalbits è ancora positiva, i pagamenti regolari: il fondatore Al Burgio potrebbe essere addirittura allo stadio Olimpico lunedì.

La società resta comunque vigile e monitora la situazione. A mettere in guardia sul rischio crollo era stato l’avvocato americano Adam Ford, socio della prima ora di Zytara: «Non c’è niente dietro al progetto. Non hanno una blockchain accessibile o altro da mostrare, se non contratti di sponsorizzazione da milioni di dollari e ripetuti annunci sul fatto che “la cosa vera”, arriverà», le sue parole in un’intervista al New York Times.

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