Boban Milan
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Zvonimir Boban torna a parlare. L’attuale “capo del calcio della UEFA” lo fa in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha toccato tantissimi argomenti. L’ex calciatore ha ricordato la bellezza della Champions League, si è scagliato contro la Superlega ed è tornato sul suo addio tumultuoso al Milan e sull’importanza di Zlatan Ibrahimovic nel club rossonero.

Partendo proprio dalla Superlega, Boban non ha dubbi: «Era un piano assurdo e morto in 2 giorni nell’aprile 2021. Anzi, possiamo dire mai nato. Qualsiasi progetto calcistico, dove sana competizione e valori dello sport non sono al primo posto, è destinato a finire male. Il calcio appartiene a tutti quelli che lo amano e lo seguono. La Superlega è stato un maldestro tentativo di rubarlo a tutti noi ed è vergognosamente fallito come merita. Ne stiamo parlando anche troppo: non esisterà mai».

Adriano Galliani ha parlato di una Superlega senza le inglesi per fronteggiare la Premier League, ma anche qui Boban non è d’accordo: «Adriano è un grande, lo adoro, ma sono rimasto molto sorpreso e deluso dalle sue affermazioni. È come tradire la propria storia calcistica e quella rossonera per la quale lui è stato importantissimo. Quando la serie A dominava nessuno si preoccupava degli altri, neanche lui. Quando si faranno nuovi stadi, sono sicuro che la Lega italiana potrà competere con quella inglese e vivere un vero rinascimento. Bisognava pensarci già 30 anni fa, ma meglio tardi che mai».

Non solo VAR. Le ultime novità nel mondo del calcio per Boban «sono migliorative. A partire dal fuorigioco semi-automatico che la UEFA introdurrà nella Champions già da quest’ anno. Il sistema 3d abolisce le linee che nelle situazioni estreme erano meno chiare. Si velocizzeranno le decisioni e avremo una maggiore fluidità del gioco».

Niente da fare invece per il tempo effettivo: «Quando si parla di regole del gioco bisogna pensare bene alle conseguenze reali, avendo rispetto per la storia e le tradizioni del calcio. Quanto tempo si starebbe allo stadio, 4 ore? Con 40 gradi o con -5? E come faremmo con i diritti tv? Quanto servirebbe per battere una punizione, quanto per un corner? Introduciamo un semaforo con la sirena? Nel calcio sarebbe un disastro».

Capitolo Milan. Partendo dallo Scudetto, Boban è solo parzialmente sorpreso del traguardo raggiunto dai rossoneri: «Se sono stupito? Sì e no. No, perché la rosa era più forte di quel che la gente pensava. Sì, perché l’Inter era comunque superiore e aveva un vantaggio enorme».

Proprio dal Milan Boban se n’è andato in pieno disaccordo con la società. Una situazione che ha portato anche a una causa, ma sulla quale Boban dice che rifarebbe tutto dall’inizio alla fine: «Assolutamente si, questione di principio e dignità. Non mi dipingo come un santo, non lo sono, ma andava fatto. Dispiace quanto accaduto, ma ne vado fiero».

E ancora a proposito di Milan, una battuta sul fatto se Ibrahimovic faccia bene o meno a continuare a giocare: «No, non fa bene, ma capisco se continuerà perché so come ragiona. Tutti noi milanisti, io in particolare, gli saremo grati per sempre. Hai detto bene: con Zlatan è cambiato tutto, lui ha cambiato tutto. Ibra è unico».

In chiusura, un pensiero sulla Conference League e sulla sua importanza: «Tutta l’UEFA è orgogliosa e anche un po’ sorpresa della Conference nata per le società medie e più piccole. Un successo pazzesco, aiutato anche dalla vittoria della Roma e di Mourinho. Sono stati grandi nel rispetto di una competizione nuova e straordinari nella passione calcistica che li ha portati nella storia».

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