E’ stata rinviata al 24 settembre la sentenza in Lussemburgo per quanto concerne il sequestro preventivo di 364 milioni di euro di Elliott, ottenuto un mese fa dall’ex proprietario cinese del Milan Yonghong Li e contro il quale il fondo statunitense ha presentato ricorso. Lo riporta Verità&Affari.
La richiesta di Li è legata al cambio di proprietà risalente al 2018, quando l’uomo cinese perse il controllo del club rossonero in favore di Elliott a causa del mancato aumento di capitale di una tranche di 34 milioni di euro, dopo che il fondo americano gli aveva prestato 303 milioni nel 2017 per il closing con la Fininvest di Berlusconi.
A quel punto di Yonghong Li si perse ogni traccia, ed Elliott subentrò per salvare il club, che versava in una condizione economico-finanziaria particolarmente complicata. Solo a quattro anni di distanza dall’escussione del pegno, conclusa la vendita del Milan da parte di Elliott a RedBird, Yonghong Li ha deciso di avanzare le proprie richieste.
Stupisce in particolar modo che la richiesta di differenza tra il debito totale (il prestito originario più i soldi versati da Elliott per permettere al Milan di evitare il tracollo) e la cifra da lui pagata a Fininvest (grazie al prestito di Elliott in relazione al quale sono maturati gli interessi) arrivi con questo ritardo e solamente dopo che si è finalizzata un’operazione di cessione che ha valutato il Milan 1,2 miliardi di euro.
Un valore raggiunto in questi anni grazie alla gestione portata avanti dal fondo statunitense, che ha intrapreso la via per risanare i conti della società, riuscendo allo stesso tempo a portare il 19° Scudetto. Il 24 settembre si dovrebbe dunque avere una risposta, anche se da Elliott non filtra preoccupazione sulla questione, che non ha nessuna rilevanza nell’ottica della cessione a RedBird.