Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann azionista di maggioranza tra le altre della Juvenrtus, ha chiuso la prima metà del 2022 con un utile consolidato di 265 milioni di euro a fronte degli 838 milioni dello stesso periodo del 2021. Il Net Asset Value (Nav) al 30 giugno 2022 ammonta a 25,5 miliardi rispetto ai 31 miliardi al 31 dicembre 2021.
Il calo di 573 milioni di euro dell’utile netto – spiega Exor – è attribuibile in gran parte al risultato negativo riportato nel semestre da PartnerRe (pari a circa 1 miliardo) solo parzialmente compensato dall’utile registrato dalle altre partecipate, tra le quali Stellantis, Ferrari e Cnh Industrial.
Il patrimonio netto consolidato di Exor – che si appresta a lasciare Piazza Affari – attribuibile ai soci della controllante ammonta a 18 miliardi di euro, con una crescita netta di 1,3 miliardi rispetto al 31 dicembre 2021. La posizione finanziaria netta consolidata del al 30 giugno 2022 è negativa per 4,546 miliardi di euro e riflette una variazione negativa di 622 milioni di euro rispetto alla posizione finanziaria negativa di 3,924 miliardi di euro al 31 dicembre 2021, principalmente per il pagamento dell’Exit Tax all’Agenzia delle Entrate (746 milioni di euro), investimenti (355 milioni di euro), dividendi distribuiti (100 milioni di euro), buyback (100 milioni di euro), parzialmente compensati dai dividendi ricevuti da partecipazioni (794 milioni di euro).
Per effetto dei buyback effettuati finora, Exor detiene un totale di 11.378.632 azioni ordinarie (4.72% sul totale del capitale sociale emesso). Il delisting delle azioni Exor da Euronext Milano sarà effettivo il 27 settembre.