Oggi – mercoledì 14 settembre -, al termine dell’assemblea degli azionisti del Milan, verrà ufficializzato il nuovo consiglio di amministrazione del club, che, nonostante il passaggio di proprietà da Elliott a RedBird, dovrebbe essere nel segno della continuità con la conferma di Paolo Scaroni nel ruolo di presidente.
Come già anticipato da Calcio e Finanza, Elliott dovrebbe avere ulteriori 3 consiglieri: saranno confermati Gordon Singer, figlio del fondatore di Elliott Paul Singer, Stefano Cocirio, analista finanziario per conto di Elliott, e Giorgio Furlani, portfolio manager del fondo Elliott. Si sono invece dimessi ieri i consiglieri Marco Patuano, Massimo Ferrari e l’avvocato Alfredo Craca. Prima dell’estate si era anche già dimesso Salvatore Cerchione, esponente del fondo Blue Skye.
Ai 4 consiglieri subentreranno altrettanti nuovi esponenti nel consiglio di amministrazione, nominati dal nuovo proprietario RedBird Capital Partners. Fra questi, con ogni probabilità, ci sarà il fondatore di RedBird Capital, Gerry Cardinale.
Va verso la conferma anche Ivan Gazidis che dovrebbe mantenere il ruolo di amministratore delegato almeno fino a novembre, quando scadrà il suo contratto con il Milan.
Nel frattempo, Elliott incassa una prima vittoria sul fronte delle vertenze legali. Ieri infatti Blue Skye, l’ex socio di minoranza nella gestione del Milan, attraverso i suoi legali nell’udienza davanti al Tribunale civile di Milano ha rinunciato al ricorso cautelare d’urgenza che aveva presentato per bloccare la vendita del club rossonero da Elliott a RedBird di Gerry Cardinale.
La società lussemburghese ha preso atto, come emerso dall’udienza, che la compravendita è stata già perfezionata a fine agosto e quindi non è possibile un ricorso di questo tipo. A Milano resta pendente un procedimento, avviato sempre da Blue Skye, contro Elliott, che riguarda un capitolo della vicenda, in particolare un pegno.
Dalla causa è emerso un dettaglio interessante in relazione a Yonghong Li. Nelle carte della causa intentata da Blue Skye si fa riferimento infatti anche al sequestro preventivo di 364 milioni di euro a Elliott chiesto da Yonghong in relazione al cambio di proprietà del 2018. L’uomo d’affari cinese, che è stato proprietario del Milan tra l’era Berlusconi e l’inizio della gestione targata Elliott, appare però con un altro nome.