Doha, Qatar – L’impatto appena scesi dalla scaletta dell’aereo è a dir poco micidiale. Una temperatura che sfiora i 40 gradi – almeno 45 percepiti – accoglie i visitatori e lascia intendere da subito che manca ancora un po’ di tempo all’inizio del Mondiale.
Il volo Qatar Airways per Doha (la compagnia fondata nel 1993 e ben nota nel mondo del calcio per essere sponsor di grandi club quali PSG e Bayern Monaco, e per esserlo stata della Roma) restituisce l’immagine di una città – e di conseguenza di un Paese – in fermento per una delle competizioni calcistiche più importanti, sicuramente la più coinvolgente, che si disputerà tra il 20 novembre, giorno della sfida inaugurale tra Qatar ed Ecuador, e il 18 dicembre di quest’anno.
Considerato il clima che avvolge questa parte di mondo, è inevitabile che la FIFA abbia deciso di optare per il primo storico Mondiale invernale. Una novità che ha stravolto i calendari e ha spaccato letteralmente a metà la stagione calcistica. E mentre in Europa i campionati nazionali e le coppe europee si prendono la scena, in Qatar si continua a lavorare alacremente per l’evento calcistico più prestigioso dell’anno.
Qatar 2022 – Gli stadi della manifestazione
La scorsa settimana si è svolta infatti la Lusail Super Cup, un confronto amichevole che ha visto sfidarsi Al-Hilal e Zamalek. Due nomi che non dicono molto da questa parte del pianeta, anche se l’importanza dell’evento risiede non tanto nel match (che si è concluso 1-1, con successo dell’Al-Hilal ai calci di rigore), quanto nel suo significato. Si è trattata infatti della prova generale per l’impianto che ospiterà la finale di Qatar 2022.

Una struttura nuova di zecca, che accoglierà 80mila spettatori il 18 dicembre (nella prova generale non è stato registrato il tutto esaurito) e che come tante altre nel Paese è destinata a vedere la propria capienza ridotta, se non a scomparire del tutto, una volta portata a termine la manifestazione. E’ inimmaginabile, infatti, che un Paese come il Qatar possa mantenere e sfruttare impianti di queste dimensioni nel prossimo futuro, senza avere banalmente un campionato nazionale che richieda tanta disponibilità di strutture.
Parliamo di uno Stato di 3 milioni di persone (delle quali il 10% di origine qatariota, con una comunità italiana fatta di 3mila persone circa), che ha costruito praticamente da zero sei degli otto stadi complessivi che saranno utilizzati durante il Mondiale. Oltre al Khalifa International Stadium – che ospita le gare interne della Nazionale del Qatar –, l’unico stadio già esistente, ampliato proprio per Qatar 2022, è l’Ahmad bin Ali Stadium.
Tutti gli altri sono stati costruiti dal nulla negli ultimi anni. Si va dal primo vero e proprio stadio temporaneo per un Mondiale, il 974 Stadium, costruito con 974 container (l’impianto sarà poi dismesso) all’Al Janoub Stadium. Questo impianto è molto particolare perché è stato realizzato ispirandosi alle barche a vela tradizionali che venivano usati dai cercatori di perle, un business fondamentale – come ben evidenziato presso il National Museum of Qatar – prima che nel Paese la ricchezza esplodesse grazie a petrolio e gas.

Di tutti gli impianti che saranno successivamente smantellati o ridotti, i materiali non andranno comunque perduti. Il Qatar si è infatti impegnato a donare le parti di infrastrutture che saranno dismesse a Paesi in via di sviluppo, che potranno servirsene per la costruzione di nuovi centri sportivi, ma anche infrastrutture come ospedali o scuole.
Insomma, visitando Doha tutto lascia perfettamente trasparire come l’assegnazione dei Mondiali abbia radicalmente trasformato – e ancora lo stia facendo – la capitale del Qatar e soprattutto il Paese stesso. Non soltanto gli stadi, ma anche nuovi alloggi e la rete metropolitana sono stati realizzati con l’obiettivo di essere pronti a offrire la migliore esperienza possibile agli 1,3 milioni di tifosi che prenderanno parte alla rassegna iridata.
Del resto, l’organizzazione del torneo è stata pensata nei minimi dettagli anche a livello logistico. Questa edizione del Mondiale sarà una novità in tutti i sensi. Oltre a disputarsi in mesi dell’anno inusuali, sarà particolarmente raccolta, dato che i due stadi più lontani tra loro si troveranno solamente a 70 km di distanza. Ma il numero inferiore di strutture rispetto alle abitudini (8 stadi anziché 10 o 12) e una concentrazione maggiore di pubblico hanno richiesto ulteriori sforzi nello studio dei trasporti e degli alloggi.
La rete metropolitana è stata inaugurata nel 2018 e durante il Mondiale sarà sottoposta a uno stress non indifferente su tutte le tre linee (verde, gialla e rossa) che accompagneranno i tifosi. La metro – che collega tutti gli stadi tranne uno – sarà comunque totalmente gratuita grazie alla Hayya Card in modo da ridurre al minimo i tempi di attesa, un aspetto che dovrebbe risentire positivamente anche dello stop delle scuole tra il 20 novembre e il 18 dicembre (quest’anno la scuola è iniziata il 16 agosto in modo da potersi fermare per i Mondiali ed evitare di contribuire a congestionare il traffico).
L’Hayya Card sarà sicuramente sotto i riflettori, essendo obbligatoria per l’ingresso negli stadi da parte di coloro che hanno acquistato un biglietto. Il processo di registrazione è apparso ancora farraginoso in alcune occasioni, ma è ipotizzabile che tutto sia messo a punto nei due mesi che mancano al via ufficiale della competizione.
Il tema dei trasporti si incrocerà inoltre con quello del soggiorno nel Paese. Nonostante il duro lavoro – ancora evidente a causa dello svariato numero di cantieri presente sul territorio – per costruire alberghi e alloggi per tutte le tasche che ospiteranno gli appassionati, lo Stato è comunque troppo piccolo per soddisfare ogni richiesta proveniente dalle varie parti del mondo.

In molti potranno accomodarsi al Grand Sheraton Hotel, storico hotel di Doha che si affaccia direttamente sul mare, o in uno dei tanti altri alberghi presenti (fino ad arrivare addirittura a soluzioni a 6 stelle). Ma per i titolari dei biglietti per le partite di Qatar 2022 che non troveranno una sistemazione ci sarà addirittura la possibilità di soggiornare a Dubai, nei vicini Emirati Arabi Uniti, raggiungibili con voli della durata di 40 minuti circa per il pernottamento.

Modalità che hanno fatto storcere il naso in più occasioni, considerando che la FIFA ha sponsorizzato Qatar 2022 come prima edizione dei Mondiali “carbon neutral”, ad emissioni zero. Va comunque sottolineato che per quelle emissioni che sono state considerate “inevitabili” – tra le quali quelle relative al raffreddamento degli impianti di gioco, come già ampiamente dimostrato durante la Lusail Super Cup –, il Paese ha deciso di impegnarsi in una serie di progetti che andranno a fungere da compensazione, alcuni dei quali sono già stati approvati.
Insomma, non c’è praticamente nulla in Qatar attualmente che non abbia come sfondo il torneo calcistico più atteso del 2022. Il Paese attende con fermento, con la speranza di festeggiare al meglio il 18 dicembre, se non con un traguardo sportivo (i padroni di casa non partono sicuramente con i favori del pronostico), almeno con il successo della macchina organizzativa e con l’entusiasmo per il Qatar National Day, la ricorrenza che celebra l’unificazione del Paese nel 1878 e che cade – assolutamente non a caso – proprio nel giorno della finalissima del Lusail Stadium.