«Prima dell’introduzione del supporto Var, in una partita di calcio gli errori arbitrali erano all’incirca pari al sei per cento delle decisioni. Da quando esiste l’assistenza tecnologica, la percentuale si è ridotta all’uno-due per cento. La differenza è evidente. Poi certo comprendo che il tifoso della squadra vittima di uno sbaglio nonostante il Var sia arrabbiato». L’impatto positivo del VAr viene così spiegato da Nicola Rizzoli, in una intervista concessa al Quotidiano Nazionale.
L’ex designatore della Serie A è uno dei tre fischietti italiani ad aver diretto una finale iridata: «Era il 2014, stavamo in Brasile. Si sfidavano Germania e Argentina. E’ il ricordo più bello della carriera? Di sicuro il più intenso! Ho anche pensato a cosa avrà detto quel dirigente di una squadra giovanile che mi apostrofò in malo modo al termine del mio debutto con il fischietto in bocca».
In quella finale trionfò la Germania contro l’Argentina di Leo Messi: «Accetto la provocazione. Istintivamente gli avrei dato volentieri una mano, Leo è un simbolo assoluto del calcio. Ma nonpotevo e non volevo interferire. L’Argentina sbagliò più di un gol e fu castigata ai supplementari».
Sui giocatori incontrati negli anni di Serie A: «Quello più insopportabile per proteste smodate e simulazioni? Ce n’è stato più di uno ma i nomi non li faccio nemmeno sotto tortura. E invece tra quelli che si sono distinti per lealtà e per spirito di collaborazione? Anche qui ce ne sono stati diversi. Dovendo scegliere, opto per Roberto Baggio. Vestiva la maglia del Brescia, io ero agli inizi della carriera. Era una partita turbolenta, c’era molta tensione in campo. Baggio venne da me e mi disse: “Non ti preoccupare, fai il tuo lavoro, io ti aiuterò con l’atteggiamento”. Un grande».
In chiusura: «L’errore più grave commesso in carriera? ln un derby della Madonnina. Diedi al Milan un rigore che proprio non c’era. L’Inter vinse comunque, lo sbaglio non incise sull’esito della partita. Almeno quello. Ci fosse stato il Var, mi sarei risparmiato quel fischio».