I ricchi sono sempre più ricchi, ma i ‘Paperoni’ sono solo l’1% della popolazione mondiale. Nel 2021 la ricchezza globale è cresciuta a un ritmo sostenuto, raggiungendo a fine anno 463.600 miliardi di dollari, con un incremento del 9,8% rispetto al 2020. Ed è concentrata nei portafogli di 62,5 milioni milionari. Sono i risultati del tredicesimo Global Wealth Report del Credit Suisse Research Institute (CSRI).
La fiammata però potrebbe spegnersi, perché la guerra in Ucraina e l’inflazione che portano con sé aumento dei tassi di interesse e tendenza alla diminuzione dei valori degli asset reali potrebbero invertire la tendenza. A far crescere la ricchezza delle famiglie hanno contribuito sia la Borsa che il contesto favorevole guidato dalle politiche delle banche centrali nel 2020 con tassi di interesse bassi. Tali che “la ricchezza per adulto è aumentata dell’8,4% fino a raggiungere 87.489 a fine 2021”.
Nei prossimi anni la ricchezza globale in dollari statunitensi nominali dovrebbe aumentare di 169.000 miliardi entro il 2026, pari a un aumento del 36%”, prevedono gli analisti di Credit Suisse. E la ricchezza globale per adulto dovrebbe aumentare del 28% entro il 2026 e superare la soglia di 100.000 dollari nel 2024. Nei prossimi cinque anni aumenterà sensibilmente anche il numero dei milionari che raggiungerà quota 87 milioni, mentre il numero di UHNWI (Ultra High Net Worth Individual), chi ha un patrimonio di oltre 30 milioni di dollari, raggiungerà 385.000 persone.
“Dato che l’inflazione è attualmente il tema principale in ambito di investimenti, lo studio di quest’anno offre un’ulteriore valutazione delle tendenze della ricchezza reale rispetto a quella nominale in modo da tenere conto dell’effetto dell’inflazione sulla ricchezza globale” fa notare Axel Lehmann, presidente del Consiglio di amministrazione di Credit Suisse Group e presidente del Credit Suisse Research Institute. Anthony Shorrocks, economista e autore del rapporto, spiega che “su base nazionale, gli Stati Uniti hanno registrato il maggior aumento della ricchezza delle famiglie nel 2021, seguiti da Cina, Canada, India e Australia. Le perdite di ricchezza sono state meno frequenti e quasi sempre associate al deprezzamento della valuta rispetto al dollaro statunitense.
Dall’analisi della ricchezza media all’interno dei Paesi e a livello globale risulta che la disuguaglianza della ricchezza globale è diminuita nel corso di questo secolo a seguito di una crescita più rapida raggiunta nei mercati emergenti. La famiglia media è stata così in grado di accumulare ricchezza nel corso degli ultimi due decenni”. Ma “è probabile che nel 2022/2023 si verifichi un’inversione di tendenza dal momento che diversi Paesi affrontano una crescita più lenta o addirittura una recessione, secondo le nostre previsioni quinquennali la ricchezza continuerà a crescere. Un’inflazione più elevata genera valori di previsione più alti per la ricchezza globale se espressi in dollari Usa correnti piuttosto che in dollari Usa reali”, aggiunge Nannette Hechler-Fayd’herbe, Chief Investment Officer della regione EMEA e Global Head of Economics & Research, Credit Suisse