Piazza Affari delisting 40 miliardi
Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italia in Piazza Affari a Milano (foto Andrea Ninni/Image/Insidefoto )

Chiusura in profondo rosso per la Borsa di Milano, maglia nera in Europa, affondata dal balzo oltre le attese dell’inflazione tedesca, salita a settembre al 10,9%, e dai timori di recessione globale accesi dalla stretta monetaria avviata dalle banche centrali. L’indice Ftse Mib ha terminato la sessione con un ribasso del 2,40% a 20.352 punti, sui minimi da novembre 2020.

Non è andata molto meglio alle altre principali piazze: Parigi -1,53%, Francoforte -1,71%, Londra -1,77%, Madrid -1,98% e Amsterdam -1,18%. Non hanno aiutato i dati americani su Pil e lavoro: la prospettiva di un’economia non in caduta libera, pur se entrata in recessione “tecnica” visti i due trimestri di fila di contrazione, rafforza la convinzione che la Federal Reserve possa avere mano libera per una strategia ancora piu’ aggressiva.

A Piazza Affari quasi tutto il Ftse Mib ha finito in calo: si sono salvate Leonardo (+0,95%), reduce dal -6% di ieri, ed Eni (+0,15%) e hanno retto i titoli difensivi, come le utility, mentre sul resto del listino i ribassi sono arrivati anche a oltre 5 punti. Tra le peggiori St (-5,4%), con i tech Usa, e le auto (Stellantis -4,77%, Pirelli -4,44%). Il comparto europeo delle quattro ruote, già penalizzato dal rischio recessione, ha scontato la maxi Ipo di Porsche a Francoforte, con i grandi fondi che hanno venduto per fare spazio in portafoglio al brand tedesco. Tra i club calcistici, la Juventus ha chiuso in crescita dell’1,78% mentre la Lazio in calo dell’1,98%.

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