Moratti rinuncia stipendio
Massimo Moratti (copyright: Giuseppe Celeste/via Onefootball)

«Bisogna vincere per risollevarsi. La ricetta è avere dentro di sé tanto orgoglio e voglia di giocare per una squadra conosciuta in tutto il mondo. Bisogna sentire il peso e la forza di dover difendere questa maglia. Siamo all’inizio, a metà campionato magari i problemi di adesso si risolvono. L’Inter è messa male ma le distanze sono ancora piccole». Lo ha dichiarato Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, intervenuto nella prima puntata della nuova stagione di “La politica nel pallone”, storica trasmissione radiofonica della Rai condotta e curata da Emilio Mancuso e giunta alla sua ventesima stagione.

«Abbiamo già regalato l’anno scorso il campionato al Milan, non vorremmo farlo per due volte di fila. Chi vince? E’ presto per dirlo, soprattutto con i Mondiali. L’Atalanta, che non ha partite internazionali, può trovarsi con facilità a lottare per lo scudetto, oltre al Napoli. Rafael Leao? Mi piace tantissimo, è un bravo ragazzo ed è una grande fortuna per il Milan averlo con sé».

Sulla situazione societaria dei nerazzurri, Moratti ha detto: «I giocatori e l’allenatore non diranno mai che sono condizionati dalla società, magari lo dicono tra di loro. Un po’ di condizionamento c’è sempre, perché parliamo di persone normali. Non conosco i conti dell’Inter né quelli della famiglia Zhang. Certamente quando sono arrivati erano messi meglio. Non ci sono problemi gravi, poi bisogna capire quali sono le intenzioni di Zhang. Se fosse costretto a vendere, la situazione peggiorerà ancora».

L’ex patron nerazzurro ha parlato anche di Inzaghi e due ex tecnici dell’Inter: Mourinho ed Antonio Conte. «José può vincere lo scudetto? Non è facile. Anche se tenterà di fare il massimo possibile, ora non ha in mente di vincerlo. Col passare del tempo potrà arrivare a lottare per il tricolore. Conte è stato eccezionale, lo dimostra ancora adesso. L’Inter lo ha apprezzato. Ha fatto in modo che tutta la squadra giocasse per lui, ha un carattere fortissimo. Questo non toglie, che un allenatore con un carattere diverso non possa vincere. Inzaghi ha delle doti che possono metterlo in condizione di vincere. Tutta la società sta passando un momento difficile, l’importante è che non sia un alibi per i giocatori».

In chiusura sulla demolizione di San Siro, Moratti ha detto: «Sarà un grandissimo affare, ma per un tifoso di calcio e i giocatori non sarà lo stesso. Non si potrà più dire di giocare a San Siro. La gente va allo stadio per guardare le partite, non per mangiare un panino. Continuerei a giocarci, ma non entro nei meccanismi di investimento che sono stati studiati».

SCOPRI SKYGLASS, MOLTO PIU’ DI UNA TV. A PARTIRE DA 11,90 EURO AL MESE: CLICCA QUI PER TUTTI I DETTAGLI

PrecedenteCeferin si ricandida alla presidenza dell’UEFA
SuccessivoStadio Roma, capienza fino a 65mila posti e obiettivo centenario nel 2027