Si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri il secondo incontro del Dibattito Pubblico per il nuovo stadio di San Siro, a Milano. L’evento, intitolato “Stadio Milano: le ragioni dell’intervento” si è svolto a Palazzo Reale, a Milano, e si è concentrato molto sul tema della ristrutturazione dell’attuale Meazza, con i perché dei club – da un lato – a proposito della volontà di costruire un nuovo impianto e due proposte di riqualificazione per la casa di Inter e Milan.
La prima proposta è stata quella di JM Architecture, studio fondato nel 2005 da Jacopo Mascheroni. L’ipotesi di ristrutturazione prevede la rimozione totale del terzo anello e della struttura sovrastante, oltre che delle torri circostanti con un ritorno alla struttura che ha caratterizzato l’impianto dal 1956 in avanti e fino ai Mondiali di Italia ‘90.
Le rampe dello stadio verrebbero successivamente avvolte con nuova struttura contemporanea, mentre una nuova copertura verrebbe realizzata per limitare le problematiche acustiche. Il progetto sarebbe completato da parcheggi interrati e dalla creazione di un cordone di sicurezza ottimizzato.
Secondo lo studio proponente, la nuova copertura dell’impianto compatterebbe lo stadio, limitando l’impatto della sua presenza all’interno del quartiere, il tutto seguendo le vecchie linee del secondo anello. Le travi iconiche che oggi sovrastano il terzo anello verrebbero inoltre posizionate in un percorso con accesso alla metropolitana, dove si potrebbero inserire anche i food truck che attualmente si trovano intorno allo stadio.
Il progetto prevede anche la realizzazione di quello che è stato definito un “anello zero”, utile per la creazione di ulteriori posti premium. Questo accorgimento andrebbe a sfruttare la distanza che separa le tribune del primo anello dal campo, che con questa soluzione sarebbe interrato (e dunque abbassato rispetto al livello attuale).
In questo modo si andrebbe a creare dal nulla una tribuna aggiuntiva con posti premium e accesso direttamente a livello zero con tutti i servizi hospitality. Per quanto riguarda i posti, vi sarebbe una riduzione della capienza a 58mila, che crescerebbe però a quota 61mila aggiungendo gli spazi ricavati con l’anello zero, con circa 9.500 posti premium (15% del totale).
La base del Meazza sarebbe poi completata dal “nuovo terzo anello”, che prevede nell’idea dello studio di architettura l’inserimento dei musei delle squadre – magari da destinare reciprocamente sotto le curve di appartenenza dei due club –, e ancora gli store ufficiali e altri servizi che prenderebbero vita negli 11 fori dove attualmente si trovano le 11 torri (con pannelli fotovoltaici da utilizzare per alimentare la struttura).
La seconda proposta porta invece la firma dell’ingegnere Riccardo Aceti, che in compagnia di Nicola Magistretti ha studiato “Un nuovo San Siro nel Meazza”, una progettazione mirata a inserire gli spazi di cui necessitano le squadre nella struttura esistente. Il progetto si pone come obiettivo quello di rigenerare San Siro, garantire incassi pari a quelli del nuovo stadio e massimizzare l’investimento finale.
Anche in questo caso l’idea di fondo è quella di mantenere un’icona, un monumento che rappresenta la storia di San Siro, sfruttando la possibilità di riqualificare e rimodernare la struttura mantenendo l’architettura ma con un taglio moderno e tecnologico. L’opera prevede la decostruzione del terzo anello tra gradinate e strutture sovrastanti per inserire un nuovo volume appoggiato sulle torri esistenti con il pregio di rimuovere gli elementi prefabbricati (e la contemporanea riqualificazione delle torri con nuovi sistemi di risalita).
Questa idea può rappresentare una nuova volumetria da utilizzare per tante possibilità, a cominciare dalla creazione di una galleria commerciale e polifunzionale aperta sette giorni su sette. La galleria in quota permetta anche (se utilizzata in tutta altezza) l’inserimento di attività sportive magari convenzionate con il Comune. Tra copertura e galleria si andrebbero a inserire inoltre altre funzionalità come ad esempio un parco, raggiungibile con i sistemi di risalita citati in precedenza.
Non solo. Nella galleria – un punto chiave del progetto e che contiene anche punti ristoro e un auditorium – si potrebbero inoltre adibire degli spazi per fare in modo che la capienza possa essere portata a oltre 60mila spettatori. E per quanto riguarda l’intervento, il restyling si si può realizzare anche per lotti funzionali, partendo da determinati settori e spostandosi di volta in volta.
Il costo del restyling come previsto da Aceti e Magistretti è stato stimato in 350 milioni di euro circa, cifra inferiore – seppur con tutte le incognite del caso – a quella prevista da Inter e Milan per il nuovo impianto. Di seguito, tutti i benefici che, secondo gli autori del progetto, si potrebbero apprezzare con una ristrutturazione del Meazza:
- Flessibilità sul numero di posti per gli spettatori;
- Miglior rendimento per le squadre e gli investitori (copertura mobile a ombrello con possibilità di incassi superiori a quelli del nuovo stadio);
- Nell’area intorno a San Siro si potrebbe sviluppare lo stesso investimento immobiliare presentato dai club;
- I ricavi della galleria panoramica;
- Un Internal Rate Return sicuramente superiore a quello del 5% segnato dai club nel progetto (oltre il 10%).
Magistretti ha inoltre espresso la propria opinione a proposito della compatibilità tra ristrutturazione e disputa degli incontri di Inter e Milan. Secondo il Direttore Sviluppo Servizi Infrastrutturali SEA nei soli tre mesi estivi tra una stagione e l’altra si potrebbe smantellare tutto il terzo anello. Il resto del lavoro si potrebbe inoltre portare avanti a spicchi, una logica che limiterebbe la perdita di ricavi, potendo chiudere solamente alcune zone dell’impianto volta per volta.
A tal proposito Magistretti ha portato – anche sbagliando – esempi di lavori che non hanno impattato con le attività correnti. Tra questi, la realizzazione del terzo anello di San Siro, il Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa e lo stadio Santiago Bernabeu. Un errore, almeno per quanto riguarda l’impianto di casa del Real Madrid, rimasto chiuso per oltre 500 giorni e che ha portato i Blancos a disputare le loro gare interne a Valdebebas (sfruttando anche l’assenza dei tifosi causa Covid).