San Siro
(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

San Siro è al centro del dibattito tra le due società, Milan e Inter, e il Comune di Milano. Questa volta però il tema non è il nuovo stadio, ma la controversia riguarda l’ammontare del canone di concessione dello stadio durante gli anni della pandemia.

I due club hanno fatto ricorso a un articolo della convenzione che prevede una riduzione proporzionale del canone in caso lo stadio non sia pienamente fruibile qualora dipenda da cause di forza maggiore e non dal concessionario.

Come riporta il Corriere della Sera, il Comune ha fatto uno sconto di 100mila euro sul canone del 2019-2020, che così si è ridotto a 7,1 milioni di euro, ma dall’altra ha alzato l’asticella del 2020-2021 di 1,7 milioni, portando il canone a 9,2 milioni di euro. La decisione di aumentare l’affitto sarebbe basata sui ricavi del 2020-2021 presentati dai club.

Qui si arriva al punto di scontro con le squadre che contestano il conteggio eseguito dal Comune in quanto tra i ricavi sono stati inseriti anche le plusvalenze dei giocatori e i diritti televisivi. Dopo un primo braccio di ferro sono sparite le plusvalenze ma sono rimasti i diritti tv. A quel punto i club hanno impugnato l’atto e hanno chiesto la sospensiva.

Come sottolinea il quotidiano, solo dopo questa decisione dei club si è riusciti a trovare un accordo: le squadre rinunciano alla sospensiva e il pagamento del canone viene congelato fino al giudizio finale. Ma proprio perché il Comune è un ente pubblico le squadre hanno attivato una fideiussione di 3,7 milioni a testa.

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