L’assemblea del 21 ottobre sarà uno snodo cruciale sul tema delle trattative con i fondi di private equity per essere partner nel business dei diritti tv della Serie A. Ad oggi le manifestazioni d’interesse sono state due: da una parte quella di un consorzio formato da Carlyle Group, Apax Partners e Three Hill Capital, dall’altra la candidatura del gruppo finanziario Searchlight Capital.
Le due manifestazioni d’interesse, secondo le indiscrezioni, sono differenti tra loro. Se la prima ricalca il modello portato avanti da Cvc, Advent e Fsi, che prevedeva un’offerta da 1,7 miliardi di euro per il 10% della media company e che venne bocciato dalla maggioranza dei vertici delle squadre di Serie A, la seconda è più particolare e punterebbe a fornire una soluzione più ibrida e più simile a un finanziamento.
Ora i fondi attendono che la Lega e i presidenti diano il via libera a una fase di approfondimento, in modo da nominare degli advisor per avviare una due diligence e arrivare a formulare un’offerta più articolata, anche in termini numerici.
Come sottolinea Il Sole 24 Ore, c’è però ancora un fronte, capitanato dal presidente della Lazio Claudio Lotito, che è contrario a vendere ai fondi una quota di minoranza dei diritti della Serie A. Due anni fa proprio Lotito aveva portato dalla sua parte club come il Verona e la Fiorentina all’atto della bocciatura dell’offerta di Cvc. Tra gli scettici sui fondi c’è anche Aurelio De Laurentiis, pronto però ad esaminare proposte dove venga creato effettivo valore per la Serie A.
Il fronte a favore dei fondi potrebbe essere composto, tra le big, dalle squadre con proprietà americana, come Milan e Roma, alle quale si potrebbe aggiungere anche l’Atalanta. Insieme a loro anche il gruppo composto dai club più piccoli, come ad esempio Sampdoria e Udinese.