Quanto guadagnano senatori – Riaprono le porte del Senato, per la prima seduta della nuova Legislatura. Oggi infatti a Palazzo Madama è in programma la prima votazione per eleggere il presidente del Senato e tra i senatori ce ne sono alcuni protagonisti anche nel mondo calcistico, a partire da Silvio Berlusconi (ex patron del Milan e oggi proprietario del Monza) e Claudio Lotito (proprietario e presidente della Lazio). Quanto guadagneranno nel loro ruolo di senatori?
Attualmente, l’importo lordo dell’indennità dei Senatori è pari a 10.385,31 euro (che si riducono a 10.064,77 euro per i Senatori che svolgano un’attività lavorativa). Al netto delle ritenute fiscali e dei contributi obbligatori per il trattamento previdenziale, per l’assegno di fine mandato e per l’assistenza sanitaria, l’indennità mensile risulta pari a 5.304,89 euro (5.122,19 per coloro i quali svolgano attività lavorative).
Quanto guadagnano senatori, le cifre nette
Ovviamente da tali importi vanno poi sottratte le addizionali all’IRPEF, che variano in base al domicilio fiscale: l’indennità netta mensile corrisposta ai Senatori può dunque essere leggermente inferiore o superiore ai 5.000 euro, a seconda della Regione e del Comune di residenza.
Non solo, perché poi sono previsti altri elementi che contribuiscono come rimborsi spesa a partire dalla diaria, oggi pari a 3.500 euro al mese, mentre il rimborso forfetario mensile è pari a 1.650 euro, che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche. Infine, è previsto anche un imborso delle spese per l’esercizio del mandato, diviso in una quota mensile di 2.090 euro – sottoposta a rendicontazione quadrimestrale – e in una ulteriore quota di 2.090 euro mensili erogata forfetariamente.
Durante l’esercizio del mandato, inoltre i senatori usufruiscono di tessere strettamente personali per i trasferimenti sul territorio nazionale, mediante viaggi aerei, ferroviari e marittimi e la circolazione sulla rete autostradale.
Infine il tema delle pensioni: l’ex parlamentare ha infatti diritto a ricevere la pensione a condizione di avere svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni e di aver compiuto 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni. Ai senatori viene applicato un sistema pro rata: la loro pensione risulta dalla somma della quota di assegno vitalizio definitivamente maturato, al 31 dicembre 2011, e della quota di pensione riferita agli anni di mandato parlamentare esercitato dal 2012 in poi.