«Negli ultimi anni il calcio italiano ha perso tantissimo, le proprietà americane sono diventate così tante perché ci vedono una grande opportunità di riportarlo in alto». Lo ha detto il patron del Bologna Joey Saputo, intervistasto dal Corriere della Sera.
«Fondi? Erano una grande opportunità anche per gli stadi. Gli impianti fanno la differenza insieme ai diritti tv. In Canada la Premier League la vedono tutti. La serie A in tv non si sa mai dove cercarla. Quando la trovi vedi immagini di stadi vuoti: non invogliano i tifosi.
Qui il livello non è alto come in Europa, ma gli stadi sono pieni, la gente li vive e ci si diverte: la partita non è tutto. Il nostro progetto di ristrutturazione del Dall’Ara è molto avanti, conto che a marzo avremo il via libera. Superlega? Non poteva essere applicato. Sarebbe stato un male per il calcio italiano e per tutti gli altri campionati europei».
«Non me ne vado. Quando sono arrivato avevo un progetto in testa: riportare il Bologna in alto, in Europa. Finché non raggiungo l’obiettivo non lascio la società. Per il Bologna sogno un percorso in stile Atalanta. Per questo ho preso da loro il ds Sartori. L’orizzonte è l’Europa: ci vuole tempo, ci arriverò».
«La situazione con Mihajlovic? Io posso dormire tranquillo la sera. Io e la società abbiamo fatto di tutto per aiutare l’uomo e l’allenatore. Non mi interessano le critiche di chi non conosce i fatti. Abbiamo dato fiducia a Sinisa perché aveva ancora la squadra in mano. Stava meglio, pensavamo che la situazione sarebbe migliorata per lui, per noi prima di tutto c’era il suo benessere. Poi abbiamo iniziato male la stagione, i risultati non venivano e il bene del Bologna viene prima del resto. Con Sinisa non è stata una rottura brutta. Sono partito subito dopo l’esonero, quando tornerò vorrei incontrarlo. Come persona non ho niente contro di lui, come allenatore ha dato tanto, ha tirato fuori il massimo: voglio ringraziarlo personalmente, non via telefono, ma davanti a un caffè», ha concluso.