Il proprietario della Roma Dan Friedkin e il presidente del Paris Saint Germain – nonché numero uno dell’ECA e uomo molto vicino a Ceferin – Nasser Al Khelaifi vantano un rapporto molto stretto, che va oltre il mondo del calcio. Lo ha ricostruito La Repubblica, parlando di un discorso avviato da più di un anno tra i due per condividere la realizzazione di strutture alberghiere a Cannes e una comune visione sulla politica sportiva.
Quando Nasser ha scelto di farsi il portabandiera del movimento anti-Superlega, Friedkin si è schierato ciecamente al suo fianco. Non a caso proprio Friedkin è stato eletto vice presidente dell’ECA, associazione della quale martedì e mercoledì la Roma ospiterà un evento di due giorni sullo sviluppo degli allenatori delle giovanili.
La scelta di Friedkin di sostenere Al-Khelaifi ha portato inevitabilmente a delle conseguenze. Il presidente del PSG ha eletto il Real Madrid e il Barcellona a nemici pubblici, una posizione che ha contagiato anche la Roma. A giugno, per esempio, la società aveva accettato l’invito del Barça per il trofeo Gamper, ma dopo un paio di settimane, Friedkin ha imposto il cambio di rotta: la Roma ha preteso di stracciare il contratto anche al prezzo di pagare una penale.
Friedkin non voleva che quell’amichevole sembrasse un atto ostile verso Al-Khelaifi. Indiscrezioni sostengono inoltre che proprio in quelle ore si sarebbe aperta per la Roma la possibilità di acquistare il centrocampista olandese Wijnaldum. Proprio da quel PSG che ha contribuito generosamente a pagare il suo onerosissimo salario annuale, versandogli 5 dei 9,5 milioni di euro previsti dal contratto.
La dirigenza qatariota ha anche offerto condizioni decisamente favorevoli alla Roma per riscattare il giocatore a fine stagione. Per sbloccare l’affare è servito comunque un colloquio tra Friedkin e Nasser, molto vicini tra loro. Nel presente, ma soprattutto per le battaglie del futuro.