La Liga spagnola sembra aver evitato la possibilità di un’interruzione delle attività, dopo che il suo presidente Javier Tebas ha concordato giovedì le modifiche al progetto della nuova Ley del Deporte (Legge dello Sport). Tra le modifiche apportate al disegno di legge c’è la rimozione del linguaggio che secondo Tebas avrebbe messo a repentaglio la capacità della Liga di continuare a vendere i diritti televisivi della competizione.
Tebas ha anche affermato che tale linguaggio ha messo a repentaglio la legalità dell’accordo della Liga con il fondo di private equity CVC Capital Partners, dal valore di circa 1,9 miliardi di euro. «Quello che cercavamo sin dal primo momento era la certezza del diritto; intendevamo mantenere e difendere l’attuale “status quo” della Ley del Deporte con cui ci siamo accordati con CVC», le parole di Tebas, riportate da AP News.
Real Madrid, Barcellona e Athletic Bilbao sono stati gli unici club della massima divisione calcistica spagnola a rifiutare l’accordo con CVC. Secondo la stampa spagnola, il resto dei club del Paese – una maggioranza di 39 su 42 –, sostenuto da Tebas, era favorevole a uno sciopero del calcio se la nuova Ley del Deporte non fosse stata approvata con alcuni emendamenti.
Pepe Castro, presidente del Siviglia, aveva detto, senza menzionare esplicitamente uno sciopero, che la nuova legge era inaccettabile. «La nuova legge ci danneggerebbe e non possiamo permetterlo. L’importante è parlare, ma se dovesse essere presa un’altra decisione, la prenderemo», aveva detto il numero uno del club andaluso.
Tebas si è detto solamente insoddisfatto che non siano state prese misure più solide per limitare la possibilità che i giocatori della Liga partecipino anche a competizioni che non rientrano sotto l’egida della Federcalcio spagnola, dalla UEFA o dalla FIFA. Mancherebbe in questo modo – secondo Tebas – un’arma potente per impedire ai giocatori di partecipare a un’ipotetica Superlega.