Curve affari criminali
(Foto: MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Anche l’Inter prende posizione dopo i fatti di sabato 29 ottobre. In occasione della sfida con la Sampdoria, i membri della Curva Nord hanno deciso di lasciare in anticipo gli spalti a seguito della notizia dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo ultras del club nerazzurro (e con 26 anni di carcere alle spalle), morto a seguito di un agguato sotto casa a Milano.

L’agguato è avvenuto poco prima della sfida di campionato in programma allo stadio San Siro. La Curva Nord – appresa la notizia – ha ritirato gli striscioni durante la partita, non ha più cantato e alla fine del primo tempo si è svuotata. I membri però hanno costretto all’uscita anche normali tifosi presenti in curva e intenzionati a non abbandonare l’impianto.

Diversi testimoni hanno raccontato di minacce e violenza da parte degli ultras per costringere i presenti a lasciare gli spalti. Un episodio definito anche dal nuovo ministro dello Sport Andrea Abodi «inaccettabile, non è tollerabile. Sono certo che saranno presi immediati provvedimenti. Non solo parole!».

Ora anche l’Inter si schiera contro l’accaduto, attraverso una nota ufficiale: «FC Internazionale Milano condanna con fermezza qualsiasi episodio di coercizione avvenuto sabato sera al secondo anello verde dello stadio di San Siro. Il Club che in ogni sede lotta contro ogni tipo di violenza, ribadisce i valori essenziali di fratellanza, inclusione e antidiscriminazione – ed esprime la sua totale solidarietà nei confronti di quei tifosi che sono stati costretti a rinunciare a ciò che tengono di più: l’amore e la passione per l’Inter».

«ll Club – che si adopera ogni anno per rafforzare il presidio di sicurezza e di sorveglianza all’interno dello stadio – ribadisce nuovamente la sua totale collaborazione con le Forze dell’Ordine per assicurare la tutela dei diritti dei propri tifosi», ha concluso il club nerazzurro a proposito di quanto accaduto.

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