Con le parole di Bernd Reichart, CEO di A22 (società creata dai club in prima linea per la fondazione della Superlega), l’argomento, che è sempre rimasto sottotraccia dopo la forte presa di posizione della UEFA, sta tornando sempre più di attualità.
Reichart sarà, per sua stessa ammissione, ricevuto dal massimo organo calcistico europea la prossima settimana, ma intanto a mettere ulteriore carne sul fuoco ci pensa Jean-Louis Dupont, avvocato specializzato in diritto sportivo e uno dei consulenti nel famoso “caso Bosman”, nonché legale proprio della Superlega nel caso davanti al Tribunale UE.
L’avvocato belga, durante la presentazione della “Guida Legale-pratica per le società sportive”, a cura di Thomson Reuters Aranzadi, ha parlato della Superlega, progetto a cui si sta dedicando essendo all’interno della “SuperLeghe Europee”, la società, con sede a Madrid, da cui dipende la Super League.
«Il Tribunale della Giustizia dell’Unione Europea deve giudicare se la Uefa e le altre federazioni – ha dichiarato Dupont – possono avere il monopolio sulla commercializzazione dei diritti e, allo stesso tempo, configurarsi come un regolatore di quel mercato monopolizzato. Speriamo che la sentenza ci permetta di passare da un modello autoritario a uno democratico».
La Corte di giustizia dell’Unione Europea dirà la sua sul caso, tramite l’avvocato generale delle corti europee, il 15 dicembre 2022, lo stesso giorno in cui è stata emessa la sentenza del caso Bosman, che sia di buon auspicio per Dupont?
L’avvocato continua: «Il doppio ruolo della Uefa in questo conflitto di interessi è inaccettabile. Non può impedire ai club e ai giocatori il diritto fondamentale di accedere a un giudice adeguato in grado di garantire le loro libertà fondamentali all’interno dell’Unione Europea».
«Non puoi sfrattare qualcuno – continua Dupont – dalla sua attuale casa con il pretesto che stanno costruendo una nuova casa. Ci vorranno anni e uno sfratto significherebbe il fallimento del club, il che significherà che nessuno potrà immaginare un futuro diverso. Il caso della Superlega, se verrà giudicato idoneo dal TJUE, porterà a effetti rivoluzionari paragonabili a quelli avuti dopo la sentenza Bosman. Il comportamento dell’Uefa sarebbe qualificato come boicottaggio in qualsiasi altro settore. Ora sarebbe trattato diversamente perché si trattava di calcio».